Anosmia e Ageusia, in cosa consistono e perché sono legate al Covid-19
PUBBLICATO IL 14 GENNAIO 2021
*(Pagina aggiornata il 11 luglio 2022)
La perdita del gusto e la perdita dell’olfatto sono tra i sintomi più noti del covid. Il neurologo spiega cosa le provoca.
Anosmia e ageusia sono termini che fino a pochi mesi fa conoscevano solo gli addetti ai lavori, ma che negli ultimi tempi sono diventati noti a tutti per la relazione con il Covid-19. Ne parliamo meglio con il Prof. Giovanni Meola, già Responsabile dell’Unità di Neurologia dell’IRCCS Policlinico San Donato e da diversi anni specialista Neurologo della Casa di Cura La Madonnina, nonché Professore Ordinario di Neurologia e già Direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell'Università degli Studi di Milano.
Cosa sono anosmia e ageusia?
L’ anosmia (o iposmia) è l’assenza o diminuzione del senso dell’olfatto, mentre l’ageusia si identifica come la mancanza di gusto.
Si tratta di sintomi neurologici che spesso si manifestano insieme, come riferiscono i pazienti. Questo avviene perché il centro nervoso dell’olfatto è localizzato a livello del lobo frontale orbitale, mentre quello del gusto è a livello del lobo dell’insula (vedi l’immagine) e le due aree sono connesse fra di loro.
Perdita del gusto e dell’olfatto in relazione al Covid-19
Come e perché questi sintomi sono legati all’infezione da nuovo coronavirus?
“Come diversi studi hanno dimostrato - spiega il professore -, questo virus migra attraverso le terminazioni nervose olfattive e raggiunge direttamente i centri orbitali frontali, determinando l’anosmia. Il centro del gusto è molto vicino a quello dell’olfatto con il quale collabora, per cui ecco spiegata anche l’ageusia”.
Il Covid-19, continua il Professore, è un virus che sta causando molteplici problematiche, in quanto un'altra possibilità è che, oltre alla propagazione lungo le vie nervose, una volta all’interno dell’organismo il virus si diffonda anche per via ematica. Ciò spiegherebbe, infatti, l’aspetto multisistemico del Sars-CoV-2, il quale provoca disturbi a livello di tutti gli organi: muscolare, epatico, renale e anche cerebrale, soprattutto con perdita dell’olfatto e perdita del gusto.
Anosmia e ageusia da Covid-19
Come riconoscere la perdita di gusto e di olfatto provocata dal nuovo coronavirus? Nei pazienti affetti da covid, l’anosmia e/o ageusia si manifestano improvvisamente, senza la presenza di affezioni a livello del naso o patologie neurologiche che possano spiegarle.
Alcuni studi hanno evidenziato, inoltre, come ageusia e anosmia siano sintomi che colpiscono circa il 50/60% dei pazienti affetti da Covid-19 senza alcuna patologia pregressa.
Quando compaiono e quando scompaiono
“Si tratta di disturbi che di solito si manifestano nella fase iniziale o media della malattia: mai nella terminale e di solito tendono a scomparire nel corso di alcune settimane - rassicura il professor Meola -.
Ad ogni modo, se un paziente affetto da patologia da Covid-19 inizia a riacquistare l’olfatto e/o il gusto persi, si tratta di un segno prognostico positivo, in quanto ciò può indicare una riduzione della carica virale e che si sta superando l’evento clinico”.
Il Professor Meola esorta alla calma, in quanto si tratta di una sintomatologia reversibile, che non provoca deficit permanenti, come patologie neurologiche. Occorre semplicemente attendere e nel frattempo imparare a convivere con il disturbo, in quanto si tratta di funzioni neurologiche che vengono riacquisite.
Per le conoscenze attuali del nuovo Coronavirus, infatti, non sono stati segnalati finora casi noti di pazienti affetti da Covid-19, ma che abbiano presentato in modo permanente degli esiti di ageusia e anosmia: si tratta di funzioni che vengono ripristinate, anche se con tempi variabili.
Esiste una cura?
Mentre per anosmia e/o ageusia con cause estranee al Covid-19 è presente una patologia scatenante sulla quale si può intervenire, nel caso del Sars- CoV-2 si tratta di un sintomo a sé stante per il quale non vi è cura, se non il decorso dell’infezione.
Quindi, spray nasali/orali e collutori non hanno alcuna efficacia. Le terapie sono le classiche conservative per le infezioni da virus: non ricorrere inutilmente ad antibiotici, se non prescritti dallo specialista, usare antinfiammatori non steroidei.
Altre cause dell’anosmia o iposmia
La perdita o riduzione dell’olfatto, escluso il Covid-19, può essere determinata da molteplici cause:
- cause genetiche (anomalie cromosomiche, Sindrome di Down, Sindrome di Turner, Disautonomia Familiare etc.);
- un’infezione locale alle vie aeree (es. rinite, sinusite);
- malattie neurodegenerative (fra cui Parkinson e Alzheimer), delle quali l’iposmia può essere un segno premonitore;
- interventi chirurgici:
- di tipo otorinolaringoiatrico, quindi a carico del distretto testa-collo
- di tipo neurochirurgico, a carico del lobo frontale in cui sono localizzati i centri olfattivi (es. un meningioma, ovverosia un tumore alle meningi del cervello).
Le altre cause dell’augesia
Esulando dal nuovo Coronavirus, alla base della perdita del gusto possono esservi, invece, delle problematiche diverse quali:
- una paralisi a un nervo periferico, come ad esempio la Paralisi di Bell, che interessa il nervo facciale. In questo caso si può riscontrare, infatti, come effetto generalmente transitorio, una paralisi nei 2/3 anteriori dell’emilingua e una diminuzione del gusto;
- patologie, più rare, a carico del nervo glossofaringeo (nervo che interessa la parte posteriore della gola, in prossimità delle tonsille):
- patologie a carico dei centri nervosi quali il midollo allungato (detto anche bulbo, che rappresenta la parte più bassa del tronco cerebrale), fra cui la sclerosi multipla, nel caso in cui vi sia una localizzazione in quest’area;
- tumori a livello cerebrale, soprattutto nell’area dell’insula.
Long Covid
In base alle conoscenze cliniche emerse in questi due anni di pandemia, va sottolineata una sintomatologia riscontrata a distanza di alcuni mesi dall'infezione, caratterizzata da:
- brain fog - nebbia cerebrale;
- anosmia;
- mialgie diffuse;
- vertigini;
- ronzii;
- visione offuscata.
Tale sindrome denominata "Long Covid " va tenuta presente e può richiedere l'intervento del neurologo per terapie mirate e specifiche.