Alzheimer: fra prevenzione e cura

PUBBLICATO IL 14 LUGLIO 2021

Il neurologo della Casa di Cura La Madonnina spiega come prevenire e curare la malattia, attraverso un percorso riabilitativo personalizzato.

 

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero stimato di pazienti in Italia affetti da Alzheimer è di 600.000 e in costante crescita. 

Il Prof. Sandro Iannaccone, specialista Neurologo della Casa di Cura La Madonnina e Primario dell’Unità di Riabilitazione Specialistica Disturbi Neurologici, Cognitivi, Motori e Direttore del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero Funzionale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ci parla della malattia e ci illustra il percorso riabilitativo offerto dalla Casa di Cura La Madonnina.

 

Che cos’è l’Alzheimer 

“La Malattia di Alzheimer – esordisce il Professore - è la forma più nota e comune di demenza, legata principalmente all’invecchiamento e caratterizzata dal deterioramento di diverse capacità cognitive quali:

  • linguaggio;
  •  memoria;
  •  logica;
  •  percezione della realtà.

Si tratta di una patologia complessa che interessa soprattutto la popolazione over 65 anni e cresce d’incidenza con l’avanzare dell’età”.

 

Le cause scatenanti

Le cause scatenanti non sono ancora ben note, ma incidono sicuramente elementi quali: 

  • predisposizione genetica;
  • fattori ambientali;
  • stile di vita.

 

I sintomi 

Tra i sintomi più comuni di questa diffusa patologia vanno indicati:

  • consistente perdita di memoria;
  • difficoltà o incapacità nel decodificare gli stimoli esterni, quindi difficoltà o incapacità ad identificare oggetti, persone e luoghi;
  • difficoltà nel produrre e nel decodificare il linguaggio orale;
  • inabilità nell’eseguire movimenti volontari anche semplici, come afferrare e utilizzare propriamente degli oggetti.

Ciò comporta:

  •  una disabilità e mancanza di autonomia crescenti;
  •  un peggioramento progressivo della propria qualità di vita.

 

La prevenzione

“La prevenzione - continua il Professore -  è un elemento chiave nella lotta alla patologia. Per questo motivo, al fine di prevenire il processo di degenerazione innescato dall’Alzheimer è molto importante:

  • seguire un’alimentazione equilibrata;
  • avere uno stile di vita sano e dinamico;
  • praticare attività fisica;
  • tenersi mentalmente allenati”. 

 

L’alimentazione equilibrata

Il cervello consuma il 20% dell'energia totale che deriva dai nutrienti, pertanto una dieta varia influisce positivamente sulla funzione cerebrale

Oltretutto, l’alimentazione ha la capacità di modulare la plasticità delle sinapsi (i punti di contatto fra due neuroni o il neurone e l’organo periferico di reazione, per propagare l’impulso nervoso). 

 

Lo stile di vita sano e dinamico

L’OMS nel 2002 ha introdotto il concetto di ‘invecchiamento attivo’ (active aging) definito come "il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano".

 

L’attività fisica

Numerosi studi hanno dimostrato una relazione tra livelli più alti di attività fisica e miglioramento di apprendimento e memoria. L’esercizio fisico, infatti, induce:

  • il rilascio delle proteine neurotrofine, che possono aumentare la formazione di neuroni e nuove sinapsi;
  • cambiamenti a livello neuroendocrinologico che incidono positivamente sul funzionamento cognitivo, affettivo e comportamentale.

 

L’allenamento mentale

Molte diminuzioni nella funzione legate all'età possono essere in parte ripristinate con la pratica. Impegnarsi in attività mentali stimolanti trasmette benefici:

  • neuroprotettivi;
  • neuroplastici.

Così si realizza una sorta di ‘serbatoio di risorse cognitive (reserve capacity) che protegge dal declino cognitivo legato all'invecchiamento.

 

Diagnosi precoce

“Tutte le terapie attuali contro l’Alzheimer si basano su diagnosi precoci -  continua il neurologo  - per cui l’individuazione tempestiva della patologia è molto importante per:

  • il recupero delle funzionalità già perse;
  • contrastare l’avanzamento della malattia”.

 

La cura: neuromodulazione e riabilitazione cognitiva 

Oltre ai farmaci, nella terapia sintomatica della malattia hanno un ruolo fondamentale 2 approcci che andrebbero generalmente coniugati:

  • la neuromodulazione, ossia l’induzione di modificazioni terapeutiche a livello del sistema nervoso nella trasmissione degli impulsi nervosi, con la Stimolazione Magnetica Transcranica a corrente diretta continua
  • la riabilitazione cognitiva che, attraverso un training ed esercizi che sfruttano la Realtà Virtuale, permette di contrastare il deterioramento determinato dalla patologia.

 

tDCS: la stimolazione transcranica a corrente diretta continua

Presso la Casa di Cura La Madonnina è possibile, infatti, effettuare un percorso riabilitativo che unisca il training cognitivo a trattamenti di stimolazione cerebrale non invasiva, quali la stimolazione transcranica in corrente continua (tDCS), effettuata ponendo sul cranio del paziente 2 elettrodi, uno negativo e uno positivo, collegati a uno stimolatore. 

 

Realtà Virtuale (VR)

Per quanto riguarda la riabilitazione cognitiva, invece è possibile ricorrere a un sofisticato sistema di realtà virtuale(VR), in cui un computer interattivo produce un’esperienza immersiva o semimmersiva per il paziente, fornendogli esercizi:

  • di linguaggio;
  • di memoria;
  • di attenzione;
  • funzionali.

 

Feedback multisensoriali, principalmente uditivi, visivi e tattili, forniti dal sistema al paziente in tempo reale, conferiscono importanti indicazioni sui risultati ottenuti e la loro qualità, per migliorare costantemente e rafforzare i meccanismi di apprendimento.

Infine, il sistema VR della Casa di Cura, dotato di tecnologia remote touch e assistente virtuale, possiede un’interfaccia intuitiva, per la precisione ed accuratezza nell’acquisizione del movimento fisico ed esercizi riabilitativi (con preview) elaborati dai più autorevoli centri del mondo o personalizzabili dai terapisti all’interno di un percorso riabilitativo individuale.

 

Training su misura

Gli Specialisti della Struttura consentono, inoltre, un apprendimento supervisionato in cui le strategie di copia motoria coinvolgono i neuroni specchio del paziente che, osservando l’azione, prepara le connessioni neuronali necessarie per riprodurla a sua volta.

 

Anche il cervello degli anziani è plastico

Il Prof. Iannaccone conclude ricordando che anche il cervello degli anziani ha plasticità (neuroplasticità), ovverosia la capacità di adattarsi e modificare le proprie strutture e funzionalità. 

Gli anziani sono in grado di imparare tanto quanto i giovani, semplicemente hanno una plasticità localizzata in regioni diverse del cervello”.

 

Cura e Prevenzione