Differenze fra i vaccini Covid: cosa cambia fra loro
PUBBLICATO IL 22 MARZO 2021
*(pagina aggiornata l'8 agosto 2022)
I vaccini anti-Covid prodotti da Astrazeneca, Johnson&Johnson, Pfizer e Moderna non sono uguali fra loro. L’esperto ci spiega meglio cosa li distingue.
I vaccini contro il nuovo Coronavirus sono finalmente arrivati, tuttavia, nonostante se ne parli molto, non c’è sempre chiarezza su come funzionano e cosa differenzia l’uno dall’altro.
Una macro classificazione è quella che li vede divisi nelle due categorie:
- a vettore virale come i vaccini Vaxzevria di AstraZeneca e Janssen di Johnson&Johnson (il vaccino Janssen è stato successivamente rinominato Jcovden);
- a mRNA come i vaccini Pfizer e Moderna.
Recentemente è stata approvato l’utilizzo di un vaccino a subunità proteica: il vaccino Nuvaxovid di Novavax.
Il Dott. Giorgio Massarotti, specialista Immunologo Clinico ed Allergologo della Casa di Cura La Madonnina, approfondisce le differenze tra i due vaccini.
Come funzionano i vaccini Covid-19
Il vaccino, come ricorda l’ISS, è un farmaco che induce il sistema immunitario a produrre anticorpi capaci di combattere i microrganismi responsabili di una malattia.
I vaccini, e così anche quelli per il Covid-19, non sono tutti uguali, ma utilizzano tecnologie e approcci differenti per produrre nell’organismo una risposta immunitaria che impedisca lo sviluppo della malattia. Vediamo in cosa differiscono.
Vaccini a vettore virale: cosa sono e come funzionano
“Come dice l’espressione stessa - approfondisce il Dott. Massarotti - questi farmaci utilizzano come ‘vettore’ un virus, modificato in laboratorio e totalmente inattivato, capace di portare alle cellule immunitarie l’informazione della proteina Spike, utilizzata dal Sars-Cov-2 per infettare le nostre cellule.
Entrando in contatto con la Spike, i linfociti T del nostro organismo si attivano contro di essa:
- producendo anticorpi specifici;
- trasmettendo ai linfociti B l’indicazione di sintetizzare quelli definitivi;
- mantenendo l’informazione per il futuro”.
Vaxzevria di Astrazeneca e Johnson&Johnson
Sia il vaccino Vaxzevria (Astrazeneca) che Janssen (Johnson&Johnson) utilizzano come vettore virale adenovirus, ovverosia dei virus, molto comuni, responsabili del raffreddore e della faringite, che vengono inattivati, quindi sono incapaci di replicarsi e di infettare l’organismo ricevente.
- Vaxzevria (precedentemente denominato Vaccino Covid-19 AstraZeneca) utilizza un adenovirus tipico degli scimpanzé;
- Janssen (di Johnson&Johnson) un adenovirus umano (Ad26).
Poco dopo aver svolto la sua funzione, il virus vettore presente nel vaccino viene, ad ogni modo, eliminato dall’organismo.
I vaccini a mRNA
“In questa tipologia di vaccini - continua il Dott. Massarotti - vengono utilizzate delle molecole di RNA messaggero (mRNA) modificato che, come dice l’espressione stessa, consegnano alla cellula un ‘messaggio’ per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina Spike del Covid-19.
Entrato nella cellula, dunque, il vaccino fornisce a questa le istruzioni necessarie per la sintesi della Spike, attivando i linfociti T del sistema immunitario, che a loro volta trasmettono ai linfociti B l’’ordine’ di sintetizzare anticorpi.
Poco dopo aver consegnato il messaggio, l’mRNA si degrada naturalmente”.
Comirnaty/Pfizer e Moderna
I vaccini Comirnaty/Pfizer e Moderna utilizzano entrambi RNA (messaggero) per la produzione della proteina Spike del Sars-Cov-2. Sia il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), che l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) li hanno valutati come equivalenti.
I vaccini Covid-19 a subunità proteica
A differenza dei vaccini a vettore virale e ad mRNA che trasmettono l’informazione per produrre delle componenti del virus, i vaccini a subunità proteica contengono già questo tipo di componenti, fatte opportunamente proliferare in laboratorio e, una volta purificate, introdotte nell’organismo per stimolare la risposta del sistema immunitario senza originare la malattia, in quanto sono solo frammenti del virus.
Come funziona Nuvaxovid
In un baculovirus (virus della famiglia baculoviridae, che infetta in particolare gli insetti) viene inserita una porzione di Dna con l’informazione di produrre dei frammenti della proteina Spike. Con il virus così preparato, vengono, poi, infettate cellule di falena che conseguentemente producono copie dei frammenti della proteina Spike. Questi frammenti proteici, una volta opportunamente purificati, vengono inseriti nell’organismo assieme ad un immunostimolante (Matrix-M). Le cellule immunitarie così stimolate, riconoscono queste proteine come estranee e producono anticorpi specifici.
Quanto sono efficaci
L’efficacia di vaccini a vettore virale come Vaxzevria (Astrazeneca) e vaccini con RNA messaggero come Pfizer sono equivalenti?
“Entriamo, qui, in un punto molto importante sul quale è opportuno fare chiarezza”, specifica il Dott. Massarotti.
L’efficacia dei vaccini a vettore virale
Per quanto riguarda Vaxzevria di Astrazeneca, complessivamente l’efficacia dimostrata nella prevenzione della malattia sintomatica è del *59,5%(1). Nei soggetti cui dopo 12 settimane è stata somministrata la seconda dose, a 14 giorni da questa, la cifra sale a 82,4 %.
Per lo Janssen di Johnson&Johnson, nelle forme più gravi il vaccino arriva fino ad una copertura del *77%(2) dopo 14 giorni dalla somministrazione e dell’85%, dopo 28 giorni da questa. L’efficacia nel prevenire lo sviluppo della malattia da Covid-19 da moderata a grave/critica negli adulti sopra i 18 anni è del 66,9% 14 giorni dopo la vaccinazione e del 66,1% dopo 28 giorni da questa (3).
L’efficacia dei vaccini a mRNA
Il vaccino Comirnaty/Pfizer, invece, è stato dimostrato prevenire al *95%(4) il numero dei casi della malattia sintomatica da Covid-19 (dato riferibile ai soggetti dai 16 anni in su).
Il Moderna, infine, ha un’efficacia di prevenzione della malattia sintomatica da nuovo Sars-Cov-2 del *94,1%(5).
“Quello che è importante ricordare in relazione all’efficacia dei due vaccini a vettore virale - specifica il Dott. Massarotti - è che, pur offrendo una copertura parziale, qualora il soggetto vaccinato contraesse il Covid-19, la malattia sarebbe meno invasiva e rischiosa”.
I vaccini Vaxzevria (Astrazeneca) e Janssen, infatti, a seguito di un periodo in cui il sistema immunitario non ha ancora prodotto anticorpi (periodo finestra), che ha una durata di alcune settimane dalla prima o, nel caso di Janssen, unica dose, si sono dimostrati ridurre significativamente il rischio di ospedalizzazione, quindi anche di *terapia intensiva”(6).
Attualmente sono prevalentemente utilizzati i vaccini ad mRNA.
L’efficacia dei vaccini a subunità proteica
Secondo quanto evidenziato:
- in uno studio 1, l’efficacia del vaccino Nuvaxovid per prevenire l’insorgere del Covid-19 da sette giorni dopo la 2° dose è stata del 90,4%,
- in uno studio 2, dell’ 89.7%
- in uno studio 3 (condotto in Sudafrica mentre circolava la variante Beta), del 48,6% (7).
Come si somministrano
La modalità di somministrazione più comune per i vaccini è quella di iniezione intramuscolare e così avviene anche per la vaccinazione contro il Covid-19.
Somministrazione vaccini a vettore virale
Vaxzevria di Astrazeneca prevede 2 dosi a distanza di 4-12 settimane l’una dall’altra. In base alle evidenze disponibili, l’Aifa ha successivamente indicato che per completare il ciclo di vaccinazione, la 2° dose deve essere ricevuta nel corso della dodicesima settimana e comunque a una distanza di almeno dieci settimane dalla prima dose.
Janssen viene effettuato con una dose sola.
Vaccini a mRNA
Comirnaty/Pfizer richiede 2 dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra.
Moderna è somministrato in 2 dosi a distanza di 28 giorni l’una dall’altra.
Somministrazione vaccini a subunità proteica
Nuvaxovid viene somministrato con 2 dosi a distanza di almeno 3 settimane l’una dall’altra (8).
Terza e quarta dose
Nel corso della pandemia, il Ministero della Salute ha legiferato l’obbligo di una dose booster o terza dose per alcune categorie di persone. Ne è stata, inoltre, raccomandata la somministrazione a tutti i soggetti con più di 12 anni. La terza dose deve essere effettuata trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dall’unica/ultima dose o dalla diagnosi di infezione da Covid-19.
Dal 14 aprile 2022, il Ministero della Salute ha raccomandato anche una quarta dose per persone a partire dai 60 anni e categorie cosiddette “fragili”, sempre dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 gg) dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione (data del tampone positivo) (9).
A che età si possono usare
Anche l’età di somministrazione dipende dalla tipologia del vaccino:
- Pfizer per persone in età pari o superiore ai 16 anni. L’Aifa ha successivamente esteso la fascia di età per la somministrazione del vaccino fino all’età di 5 anni;
- Moderna per adulti in età pari o superiore a 18 anni; l'Aifa ha, successivamente, allargato la fascia di somministrazione fino ai 12 anni (10).
- Janssen si utilizza per i soggetti a partire dai 18 anni.
- Astrazeneca si utilizza per i soggetti a partire dai 18 anni. La circolare del Ministero della Salute dell’11 giugno 2021 ha stabilito che il vaccino Vaxzevria (il vaccino AstraZeneca) venga somministrato in ciclo completo soltanto a persone di età uguale o superiore ai 60 anni. Per gli under 60 anni a cui è stata somministrata la prima dose Vaxzevria, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare a 8-12 settimane dalla prima dose. Attualmente, la somministrazione agli over 60 è indicata come preferenziale (12).
- Nuvaxovid è utilizzato per soggetti con età a partire dai 12 anni.
Offrono protezione da subito?
La protezione del vaccino, come scritto sopra, non è immediata, ma c’è il “periodo finestra” necessario all’organismo per sviluppare gli anticorpi:
Copertura vaccini a vettore virale
Con Vaxzevria di Astrazeneca la protezione inizia da circa 3 settimane dopo la somministrazione della prima dose. Tuttavia, fino a 15 giorni dopo la seconda dose, la protezione potrebbe essere incompleta. Come per tutti i vaccini, inoltre, la vaccinazione con Vaxzevra potrebbe non proteggere tutti i soggetti che l’hanno ricevuta.
Con il vaccino di Johnson&Johnson l’insorgere della protezione è stato osservato dal 14° giorno a salire nei successivi.
Copertura vaccini a mRNA
Con Comirnaty/Pfizer l’efficacia contro il virus è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose.
Con Moderna l’efficacia è stata completata dopo due settimane dalla seconda dose.
Copertura vaccini a subunità proteica
La protezione con Nuvaxovid potrebbe risultare incompleta fino a 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose.
Provocano la malattia?
No, perché veicolati da virus inattivati o non presenti affatto.
Proteggono solo il vaccinato
Il vaccino, sia a vettore virale che a mRNA, protegge la persona che lo riceve ma, con il procedere della campagna vaccinale, il virus inizierà a circolare meno e si potranno, così, tutelare anche quelle persone che per vari motivi non si possono sottoporre a questa terapia.
Studi in corso stanno verificando la possibilità del vaccinato asintomatico di infettare gli altri, pertanto è fondamentale continuare le consuete procedure di sicurezza:
- utilizzo della mascherina;
- igienizzazione delle mani;
- mantenimento delle distanze di sicurezza.
In seguito è stato appurato che possono trasmettere l’infezione da nuovo Coronavirus soggetti infetti sia sintomatici che asintomatici (13).
Quanto dura la protezione
La durata della protezione offerta sia dai vaccini a vettore virale che quelli a mRNA non è ancora definita, in quanto è trascorso solo un anno dall’inizio della pandemia.
Studi al riguardo indicano una potenziale copertura di 9-12 mesi, ma si sta studiando la possibilità della vaccinazione di durare più a lungo o se saranno necessari richiami.
La durata della protezione offerta dai vaccini anti-Covid continua a non essere nota, in quanto possono entrare in causa anche dei fattori soggettivi. L’ISS, ad ogni modo, indica come alcuni studi abbiano osservato un declino della protezione da loro indotta dopo circa 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale (14).
Categorie e calendario vaccinale della regione Lombardia
Come riporta il sito della regione Lombardia, essendo in via di completamento le fasi di vaccinazione delle categorie sanitarie e degli ospiti delle RSA, la campagna vaccinale è stata attivata anche per le Forze dell’Ordine, personale scolastico e personale dei servizi essenziali.
Le categorie previste con l’avanzamento del piano vaccinale possono prenotarsi per ricevere il vaccino tramite la piattaforma vaccinazionicovid.servizirl.it
La campagna vaccinale è andata progredendo, includendo progressivamente le varie categorie, e ad oggi risulta estesa in modo capillare su tutto il territorio nazionale.
Note bibliografiche
[1] https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-vettore-virale
[2] https://www.aifa.gov.it/-/aifa-approva-il-vaccino-janssen
[3] https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-vaccino-janssen
[4] https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-vaccino-pfizer-biontech
[5] https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-vaccino-moderna
[6] https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/vaccines/different-vaccines/janssen.html
https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-vettore-virale
[7] https://www.aifa.gov.it/faq-vaccini-a-subunita-proteica
[8] https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1289823/2021.12.23_Nuvaxovid_extended_SMOP_IT.pdf
[9] https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?lingua=italiano&id=255
[12] https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-vettore-virale
[14] https://www.iss.it/covid1-9faq/-/asset_publisher/yJS4xO2fauqM/content/id/5932602