Angiomi rubino e cheratosi seborroiche: cosa sono e quando preoccuparsi

PUBBLICATO IL 21 GIUGNO 2023

Gli angiomi rubino e le cheratosi seborroiche sono formazioni cutanee molto comuni che si sviluppano prevalentemente in età adulta. Spesso, ad ogni modo, chi le manifesta non ha idea di cosa siano; se si tratti di patologie benigne o maligne e, quindi, di come comportarsi al riguardo. Per questo motivo, abbiamo chiesto alla dottoressa Elena Guanziroli, specialista in Dermatologia della Casa di Cura La Madonnina, di spiegarci meglio in cosa consistono queste manifestazioni cutanee e quando preoccuparsi.

 

Cosa sono gli angiomi rubino e le cheratosi seborroiche

“Gli angiomi rubino e le cheratosi seborroiche sono tumori cutanei benigni che si sviluppano in genere verso i 30/40 anni, con la tendenza ad aumentare in età avanzata. Si manifestano prevalentemente nell’area del tronco sebbene, ad ogni modo, possano evidenziarsi in qualsiasi altra zona del corpo”, spiega la dottoressa Elena Guanziroli.

Andando ad analizzare più dettagliatamente le loro caratteristiche:

  • gli angiomi rubino (detti anche emangiomi senili o emangiomi di Campbell de Morgan, dal nome del medico che per primo li studiò nell’800) si presentano come macchie o escrescenze di circa 3/4 millimetri dal caratteristico colore rosso vivo o violaceo, come indica la parola stessa ‘rubino’. Si tratta di accumuli superficiali di capillari dilatati originati di norma da una cellula endoteliale, ovverosia le cellule che compongono internamente i vasi sanguigni;
  • le cheratosi seborroiche sono delle escrescenze a rilievo con una superficie untuosa e squamosa, spesso leggermente punteggiata, e una colorazione marrone di tonalità variabile. Inizialmente possono presentarsi con dimensioni contenute, 1/2 mm, ma possono espandersi andando a riempire anche tutta una determinata area cutanea. A volte, inoltre, più cheratosi seborroiche confluiscono fra loro.

 

Angiomi rubino e cheratosi seborroiche sono pericolosi?

Gli angiomi rubino e le cheratosi seborroiche sono manifestazioni cutanee di natura benigna che non possono trasformarsi in forme tumorali maligne. Ad ogni modo, soprattutto per le cheratosi seborroiche, è importante una diagnosi differenziale con altre patologie a cui prestare attenzione. 

Da cosa vanno distinti gli angiomi rubino

Dell’angioma rubino esiste una sola tipologia, ma occorre fare attenzione, avverte la dottoressa, in quanto il termine ‘angioma’ è spesso impropriamente utilizzato per indicare non solo dei tumori cutanei benigni, ma anche delle malformazioni vascolari congenite più complesse come, ad esempio, quello che viene definito poco correttamente ‘angioma piano’ (volgarmente detto anche ‘voglia’) per indicare una malformazione capillare che produce una macchia priva di spessore e di colore rossastro vinoso che tendenzialmente resta di dimensioni costanti.

L’angioma rubino, inoltre, può confondersi con altre forme tumorali benigne:

  • emangiomi congeniti: lesioni vascolari che si presentano sempre con una colorazione rosso-violacea, ma che sono già rilevabili in gravidanza e alla nascita e possono presentarsi anche sotto la cute;
  • emangiomi infantili: anche in questo caso si tratta di neoplasie benigne di colore rosso o rossastro che si manifestano, però, dopo la nascita, nei primi mesi di vita del bambino;
  • angiocheratomi: formazioni vascolari di colore rosso, violetto o bluastro, con aspetti cheratosici, che possono essere presenti soprattutto in area genitale, ma anche sul tronco e gli altri arti o al volto;
  • granuloma piogenico (o emangioma capillare globulare): è una proliferazione benigna di vasi sanguigni che si manifesta di frequente dopo un trauma ed è caratterizzata da una rapida crescita. Spesso si trova sugli arti estremi come mani e dita proprio perché il fattore scatenante è il traumatismo. 

Da cosa distinguere le cheratosi seborroiche

Le cheratosi seborroiche, invece, vanno distinte da una serie di altre formazioni con cui si possono confondere quali:

  • lentigo solari, soprattutto quando questa è in fase iniziale. La lentigo solare è una macchia cutanea piatta, di dimensioni irregolari e tonalità più scura rispetto a quella naturale, che compare in conseguenza all’esposizione solare, soprattutto in età avanzata. Da questa spesso si sviluppa una cheratosi seborroica, ma in una fase successiva;
  • verruche virali, escrescenze cutanee dovute al Papilloma Virus;
  • cheratosi attiniche, soprattutto quando di colore scuro e presenti a livello del volto. La cheratosi attinica è una forma di pre-cancerosi che si manifesta come macchia cutanea di colore variabile, secca e squamosa, nella pelle danneggiata a lungo termine dall’esposizione solare e dai raggi UV; 
  • carcinoma basocellulare: un tumore maligno che si forma a causa di una mutazione ad alcune cellule dell’epidermide e che si manifesta in vari modi come una protuberanza o una lesione cicatriziale di colore chiaro o marrone;
  • melanoma, in casi più rari, quando le cheratosi seborroiche hanno una pigmentazione scura. Il melanoma è la neoplasia maligna che si origina per una mutazione dalle cellule che producono melanina (melanociti) all’interno di nei già presenti o in formazioni nuove.

Soprattutto nei casi dubbi legati alle cheratosi seborroiche e per una diagnosi differenziale è indispensabile rivolgersi allo specialista dermatologo che procederà con una dermatoscopia o videodermatoscopia in grado di ingrandire la formazione cutanea per visionarla più dettagliatamente. Inoltre, nei rari casi di dubbio a seguito dell’esame obiettivo, il medico effettuerà un prelievo per una biopsia.

 

Quali sono le cause

Le cause degli angiomi rubino e delle cheratosi seborroiche sono ancora sconosciute; tuttavia, alla base di queste proliferazioni c’è normalmente una predisposizione genetica, quindi una familiarità.

Le donne in gravidanza, inoltre, in seguito a variazioni ormonali che alterano la struttura e la funzione dei vasi sanguigni possono sviluppare degli angiomi rubino oppure degli angiomi spider (delle lesioni capillari a forma di ragnatela) che, successivamente, possono andare incontro a regressione spontanea.

Non sembra, invece, essere causa scatenante di queste formazioni la fotoesposizione, come si potrebbe erroneamente pensare.

 

Quando recarsi dal medico

È sempre opportuno recarsi dal dermatologo in caso di insorgenza o qualora si noti una formazione cutanea:

  • estroflessa;
  • di colore scuro o disomogeneo;
  • soggetta a sanguinamento;
  • che tende a crescere velocemente, soprattutto se in maniera irregolare.

“Per chi presenta svariate lesioni cutanee sono auspicabili dei controlli periodici a fine preventivo con tempistiche stabilite dal medico, mentre in casi standard, quindi senza familiarità o positività a determinate patologie maligne, è raccomandato un controllo all’anno, preferibilmente prima dell’estate e dell’esposizione solare”, aggiunge la dottoressa. 

La fotoesposizione, infatti, può conferire alle manifestazioni cutanee una colorazione differente e più scura, per cui sarebbe opportuno effettuare la visita quando la pelle non è abbronzata.

 

Come si curano

Partendo dal fatto che sia gli angiomi rubino che le cheratosi seborroiche sono patologie benigne, può rendersi necessaria una loro rimozione se:

  • sono localizzati in sedi scomode per cui possono sanguinare o frantumarsi;
  • sono esteticamente sgradevoli;
  • sono cresciuti troppo.

Per gli angiomi rubino la rimozione procede con tecniche quali:

  • diatermocoagulazione: con uno strumento che emana impulsi elettrici ad alta frequenza (diatermocoagulatore) si ‘bruciano’ e cicatrizzano i tessuti dell’angioma;
  • laserterapia: il laser agisce in maniera selettiva sull’angioma per determinarne la sua scomparsa nel giro di alcuni giorni.

Per quanto riguarda le cheratosi seborroiche, invece, queste possono essere eliminate tramite:

  • crioterapia: viene impiegato azoto liquido per ustionare tramite congelamento la zona della cheratosi determinandone la morte cellulare e una conseguente rigenerazione della pelle sana;
  • curettage: tramite uno strumento dalla forma di cucchiaio con bordo tagliente chiamato ‘curette’ viene incisa l’area d’interesse e rimossa la cheratosi seborroica. Il curettage eventualmente può permettere di analizzare la lesione asportata, procedendo con esame istologico;
  • laserterapia;
  • diatermocoagulazione.
Cura e Prevenzione