Coronavirus: come reagisce il sistema immunitario
PUBBLICATO IL 11 APRILE 2020
Cosa succede quando il coronavirus attacca l’organismo umano? Come reagisce il sistema immunitario? L’esperto risponde.
Seconda tappa del nostro viaggio alla scoperta di come il sistema immunitario reagisce all’attacco dei virus. Dopo aver visto cosa sono immunità innata e immunità acquisita, il prof. Adriano Lazzarin - primario dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e medico Infettivologo presso la Casa di Cura La Madonnina - fa chiarezza su ciò che succede quando si tratta proprio di coronavirus.
Come agisce il coronavirus nell’organismo
Il Prof. Lazzarin spiega che quella dei Coronavirus è una famiglia molto ampia, comprendente soprattutto i virus che provocano raffreddore e infezioni delle prime vie respiratorie.
Per quanto riguarda il nuovo coronavirus, il suo percorso all’interno del nostro organismo è determinato dal fatto che non avendo anticorpi da contrapporgli, questo è libero di replicarsi nei luoghi in cui si impianta.
Rispetto ai Coronavirus più comuni, inoltre, il nuovo coronavirus può trasferirsi dalle prime vie respiratorie, in cui causa febbre, tosse e anosmia, per andare ad insediarsi principalmente nel polmone, dove i recettori ACE-2, con cui si lega, scatenano una risposta immunitaria molto forte.
Geneticamente meno presenti nelle donne e quasi o del tutto assenti nei bambini, questi recettori si trovano negli alveoli polmonari soprattutto degli uomini.
La risposta del sistema immunitario
Nel tentativo di fermare il virus, le cellule infette e il sistema immunitario producono una tempesta di citochine la quale genera una fortissima infiammazione, che può causare danni all’organo e difficoltà respiratorie.
Ad oggi si tenta di interrompere questa tempesta di citochine mediante l’utilizzo di immunosoppressori, che bloccano l’azione del sistema immunitario, oltre che mediante l’utilizzo di farmaci antivirali la cui efficacia è in fase di sperimentazione in più Ospedali di Regione individuati per la cura della patologia COVID-19.
Coronavirus e sistema immunitario dei bambini
I bambini non sono immuni al nuovo coronavirus pertanto, specifica Lazzarin, anche loro vanno protetti. In particolare, ad essere più a rischio sono quelli al di sotto dell’anno e mezzo di vita, perché non posseggono un’Immunità Acquisita matura, ma solo i pochi anticorpi che trasmette loro la madre.
Ad oggi si ritiene che i bambini presentino generalmente manifestazioni cliniche meno rilevanti proprio in relazione all’assenza o alla minor espressione dei recettori ACE-2.
Fragilità degli Anziani
Rispetto all’adulto più giovane e di pari sesso, anche l’anziano over65 è maggiormente a rischio, in quanto presenta delle difese più deboli di fronte ai virus.
“Ciò che cambia – specifica il Prof. Lazzarin - è che nell’anziano subentrano delle complicanze. Nel caso di una sintomatologia importante, infatti, l’unica cosa che aiuta è essere ben ventilati, con ossigeno, cpap, intubazione etc.
In questo percorso, però, l’anziano ha più co-morbilità: polmoniti, sepsi, malattie sistemiche ad un organo, funzionalità del cuore compromessa… quindi, in generale, perché non è sempre così, si muore più per le complicanze che per l’intensità della malattia stessa.”
Immunità di gregge
L’instaurarsi dell’Immunità di Gregge contro il COVID-19, di cui in questi giorni si discute molto, è una previsione prematura da fare. Questa, infatti, si verifica quando, nella rete di diffusione, il virus incontra un individuo immunizzato (vaccinato o che, avendo superato la malattia, presenta degli anticorpi che lo proteggono dall’infezione) per cui il contagio si interrompe.