Disturbi della circolazione sanguigna: cosa sapere se si viaggia in aereo

Disturbi della circolazione sanguigna: cosa sapere se si viaggia in aereo

PUBBLICATO IL 01 AGOSTO 2025

Disturbi della circolazione sanguigna: cosa sapere se si viaggia in aereo

PUBBLICATO IL 01 AGOSTO 2025

Estate è sinonimo di vacanze, relax e soprattutto viaggi. Per molti ciò significa prendere un aereo, magari per raggiungere mete esotiche o familiari lontani, ma il volo, specie se di lunga durata, non è privo di rischi per chi soffre di disturbi della circolazione sanguigna

Il dott. Pierluigi Vandone, specialista in Chirurgia Vascolare della Casa di Cura La Madonnina, ci spiega quali sono i principali rischi circolatori legati al volo e cosa è importante sapere per affrontare un viaggio in aereo in sicurezza.

 

Come l’aereo influisce sulla circolazione e i rischi per chi ha problemi vascolari

Durante un volo, soprattutto se di media o lunga durata, il corpo è esposto a una serie di condizioni che possono influire negativamente sulla circolazione venosa, in particolare degli arti inferiori. Fra queste ricordiamo:

  • immobilità prolungata: è uno dei principali fattori di rischio. Restare seduti per molte ore, spesso con le gambe piegate e poco spazio per distenderle, ostacola il normale ritorno del sangue dalle gambe verso il cuore;
  • ridotta pressione atmosferica: anche se pressurizzata, la cabina aerea ha un livello di ossigeno inferiore rispetto a quello presente a terra, che può influire negativamente sulla funzione dei vasi sanguigni e sull’ossigenazione dei tessuti aumentando, nei soggetti predisposti, il rischio di coagulazione del sangue;
  • aria secca: in aereo vi è un’umidità molto bassa (solitamente inferiore al 20%), che può contribuire alla disidratazione, un altro fattore che rende il sangue più viscoso.

La trombosi del viaggiatore

“Uno dei più noti rischi circolatori associati ai viaggi aerei è la cosiddetta ‘trombosi del viaggiatore’, ovvero una trombosi venosa profonda (TVP)”, spiega il dott. Vandone.

Si tratta della formazione di un coagulo di sangue (trombo) all’interno di una vena profonda, solitamente nelle gambe. Oltre a ostacolare la normale circolazione, nei casi più gravi il trombo può staccarsi e raggiungere i polmoni, causando un’embolia polmonare, cioè l’ostruzione di un’arteria polmonare che può bloccare il flusso di sangue ai polmoni, mettendo a rischio la funzionalità cardiaca e respiratoria.

 

Cosa valutare prima di prendere l’aereo

Prima di affrontare un volo, soprattutto per tratte superiori alle 4-6 ore, dovrebbero sempre consultare il proprio angiologo o chirurgo vascolare, le persone che:

  • soffrono di problemi vascolari;
  • hanno avuto episodi di trombosi venosa profonda;
  • presentano vene varicose importanti;
  • soffrono di insufficienza venosa cronica.

Il medico valuterà:

  • il rischio trombotico individuale: attraverso l’analisi della storia clinica personale e familiare della persona e l’eventuale esecuzione di esami del sangue (dosaggio del D-dimero, ricerca di trombofilia genetica familiare o acquisite etc);
  • l’uso di calze elastocompressive: se necessario, lo specialista potrà consigliare l’uso di calze a compressione graduata, che aiutano a favorire il ritorno venoso durante il volo, riducendo il rischio di trombosi conseguente al rallentamento di flusso del sangue;
  • terapia farmacologica preventiva: nei pazienti ad alto rischio può essere indicata la somministrazione di eparina a basso peso molecolare (EBPM) o altri anticoagulanti, da assumere prima del volo, secondo la prescrizione medica;
  • controllo delle condizioni generali: è importante valutare anche altri fattori (disidratazione, obesità, gravidanza, recenti interventi chirurgici, traumi ortopedici etc.) o comorbidità che possono incidere sul quadro clinico del soggetto;
  • durata del volo: più il volo è lungo, maggiori sono i potenziali rischi. Voli intercontinentali o notturni, in cui si tende a dormire in posizione statica, richiedono maggiori accortezze.

 

I sintomi a cui prestare attenzione durante e dopo il volo

Essere consapevoli dei segnali del proprio corpo è fondamentale, sia durante il volo che nelle ore/giorni successivi. Ecco i principali sintomi che possono indicare l’insorgenza di una trombosi venosa profonda o, nei casi più gravi, di un'embolia:

Segnali a livello degli arti inferiori:

  • gonfiore asimmetrico di una gamba, in particolare dal ginocchio in giù;
  • dolore o intensi crampi al polpaccio, che si accentuano camminando o alla palpazione;
  • senso di tensione o intenso calore localizzato;
  • arrossamento o colorazione bluastra della pelle della gamba o del piede.

Segnali generali o respiratori (che possono indicare embolia):

  • fiato corto o difficoltà respiratoria improvvisa, senza sforzo;
  • dolore toracico acuto, che può aumentare con la respirazione profonda;
  • tachicardia;
  • stato di confusione, stanchezza estrema o sincope (svenimento).

“Questi sintomi non devono mai essere sottovalutati: in caso di sospetta trombosi o embolia, è necessario rivolgersi immediatamente a un pronto soccorso per effettuare gli accertamenti necessari, come ecocolordoppler, angio-TC, esami del sangue, ect”, conclude il dottore.

 

Consigli per il viaggio aereo

Infine, ecco alcuni suggerimenti generali per chi viaggia in aereo, che possono aiutare la circolazione:

  • alzarsi e camminare almeno ogni 1-2 ore;
  • muovere frequentemente piedi e caviglie, anche da seduti;
  • idratarsi ed evitare alcol e caffeina, che favoriscono la disidratazione;
  • indossare abiti comodi;
  • evitare di accavallare le gambe;
  • elastocompressione almeno con gambaletti 15-18 mmHg.