Tumori ginecologici: quali sono e come si curano con la chirurgia
PUBBLICATO IL 08 APRILE 2025
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tumore della cervice uterina è il quarto più diffuso tra le donne a livello globale. Nonostante ciò, la consapevolezza su questo e altre forme di tumori ginecologici è ancora insufficiente.
Un aspetto fondamentale è comprendere come la chirurgia possa rappresentare un'opzione di trattamento efficace, migliorando significativamente le prospettive di sopravvivenza.
Il prof. Francesco Raspagliesi, specialista in Ginecologia oncologica presso la Casa di Cura La Madonnina dedito all’Oncologia Ginecologica, approfondisce il ruolo cruciale della chirurgia nella cura di questi tumori per offrire alle pazienti le migliori chance di guarigione.
Cosa e quali sono i tumori ginecologici
“Tumori ginecologici è un’etichetta usata per indicare le neoplasie che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile”, spiega il prof. Raspagliesi.
I più comuni di questi tumori sono a carico di:
- cervice uterina: definita anche collo dell’utero, ovverosia la parte inferiore dell'utero che lo collega alla vagina;
- utero: ovvero la cavità che accoglie l’ovulo fecondato e in cui si sviluppa la gestazione;
- ovaie: gli organi responsabili della produzione di ovociti e ormoni sessuali femminili;
- vagina: posta fra la vulva e la cervice uterina;
- vulva: la parte esterna dell'apparato genitale femminile che comprende labbra, clitoride, apertura vaginale e altre strutture circostanti.
I sintomi dei tumori ginecologici
I tumori ginecologici si presentano spesso, in particolare nelle loro fasi iniziali, come asintomatici o poco sintomatici. Quando presenti, le manifestazioni cliniche risultano poco specifiche come:
- sanguinamenti vaginali extra-ciclo;
- insolite perdite vaginali;
- dolore frequente alla zona pelvica;
- gonfiore e dolore persistente alla zona addominale;
- dolore durante i rapporti sessuali.
Spesso queste manifestazioni aspecifiche possono confondersi con altre patologie a carico dell’intestino (sindrome dell’intestino irritabile (IBS), colite ulcerosa e Morbo di Chron), endometriosi, malattie infiammatorie etc. con le quali è importante una diagnosi differenziale.
Considerando, quindi, i sintomi poco evidenti almeno in fase iniziale, il prof. Raspagliesi sottolinea l’importanza della prevenzione. “Screening e controlli regolari sono fondamentali per ottenere una diagnosi precoce, che aumenta drasticamente le possibilità di successo del trattamento, migliorando la prognosi e la qualità di vita delle pazienti”.
Le cause
Le cause dei tumori ginecologici sono molteplici e possono includere una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Fra i principali vanno ricordati:
- infezione da HPV (Papillomavirus Umano): una delle cause più comuni per il cancro alla cervice. Alcuni ceppi di questo virus, infatti, possono causare cambiamenti anomali alle cellule di rivestimento del collo dell'utero che, se non diagnosticati e trattati, possono evolvere in tumore. Oggi tramite la vaccinazione anti-HPV è possibile prevenire la comparsa di questi tumori;
- fattori genetici e familiari: giocano un ruolo significativo nello sviluppo di alcuni tumori ginecologici come il tumore ovarico e il tumore endometriale. Le mutazioni nei geni come BRCA1 e BRCA2 hanno un maggior rischio di sviluppare cancro al seno e all’ovaio;
- patologie immunologiche: malattie autoimmuni o trattamenti immunosoppressivi che possono compromettere il sistema immunitario.
Come si curano
Le attuali opzioni terapeutiche per i tumori ginecologici variano in base a fattori come età della paziente, quadro clinico e stadio della malattia, a seconda dei quali viene stabilito assieme al medico se effettuare singolarmente, o combinandoli fra loro, trattamenti come:
- chirurgia;
- radioterapia;
- chemioterapia.
Procediamo, ora, a entrare nel dettaglio dell’ambito della chirurgia e delle singole procedure previste a seconda della specifica neoplasia ginecologica.
La chirurgia per i tumori ginecologici
La terapia chirurgica dei tumori ginecologici ha lo scopo di rimuovere completamente il tumore per migliorare la prognosi e la qualità di vita della persona.
Grazie ai progressi compiuti dalla chirurgia in questi ultimi decenni e alle terapie di supporto, molte donne possono mantenere o recuperare una buona qualità di vita, anche attraverso percorsi di riabilitazione mirati e, in alcuni casi, la ricostruzione degli organi rimossi.
A seconda della tipologia specifica di tumore, dei fattori di rischio e del quadro clinico individuale, gli interventi di Chirurgia Oncologica Ginecologia possono essere eseguiti con approcci diversi:
- laparotomico (a cielo aperto): si accede alla cavità addominale tramite un’incisione sulla parete addominale anteriore;
- laparoscopico: l’accesso alla cavità addominale avviene tramite piccole incisioni, da cui vengono inseriti strumenti chirurgici miniaturizzati;
- endoscopia robotica: tramite un sistema robotico controllato dal chirurgo, si esegue l’intervento con strumenti di alta precisione fatti passare attraverso piccole incisioni.
Chirurgia del tumore alla cervice
Per quanto riguarda il carcinoma della cervice, il trattamento chirurgico può prevedere queste procedure:
- conizzazione: negli stadi iniziali della malattia, il chirurgo asporta una piccola sezione di tessuto della cervice a forma, appunto, di cono. La conizzazione permette di rimuovere le lesioni presenti nel collo dell’utero; consente la diagnosi precisa dell’estensione del tumore; permette molto spesso la conservazione dell’organo, in modo da preservare la capacità procreativa. L’asportazione può essere effettuata con laser sotto guida colposcopica, bisturi o ansa diatermica, che utilizza un filo metallico riscaldato per rimuovere il tessuto anomalo;
- trachelectomia: è indicata quando la malattia, pur essendo ancora confinata alla cervice uterina, ha una maggiore estensione. Si tratta di un intervento che prevede la rimozione della cervice uterina e dei tessuti circostanti per via vaginale, oppure laparoscopica o robotica;
- isterectomia: è l’asportazione dell’utero da solo o con tessuti/organi circostanti. Ne esistono diverse tipologie:
- totale, in cui sono rimossi utero e cervice uterina;
- totale con annessiectomia bilaterale, in cui oltre all’utero e cervice sono rimossi anche tube e ovaie;
- radicale, indicata per tumori in stadio più avanzato poiché comporta la rimozione di utero, cervice, parte superiore della vagina e dei tessuti circostanti. Di solito è associata all’asportazione dei linfonodi pelvici, per valutare l’estensione anatomica della malattia, assicurando la rimozione appunto radicale della malattia;
- Chirurgia Ultra-Radicale: quando il tumore ha interessato le strutture anatomiche adiacenti al collo dell’utero, può essere necessario, in casi selezionati, un intervento più importante (eviscerazione pelvica) che, a seconda dell’estensione della patologia, può determinare anche la rimozione di vescica e retto oltre l’apparato genitale.
Chirurgia del tumore all’ovaio
La chirurgia è la terapia di elezione del tumore ovarico, con l’obiettivo di valutarne l’estensione anatomica (stadiazione). Di solito comprende l’asportazione dei linfonodi della pelvi e della regione lombo-aortica, nonché dell’omento, un grembiule di tessuto adiposo che ricopre le anse dell’intestino, ma anche, se possibile, la rimozione di tutta la malattia visibile o palpabile presente in cavità addominale.
Le procedure chirurgiche in questo caso possono prevedere l’asportazione di una o entrambe le ovaie e dell'utero, ma, negli stadi iniziali e in casi selezionati di pazienti giovani, è possibile eseguire una chirurgia conservativa, che conservi, appunto, l’ovaio o l’utero non coinvolti dalla malattia.
Citoriduzione chirurgica
Negli stadi avanzati, infine, può rendersi necessaria anche una citoriduzione chirurgica. Tale chirurgia è indicata quando il tumore ha dato una carcinosi, ovvero l’interessamento del peritoneo.
Si tratta di un intervento finalizzato a rimuovere tutta la malattia visibile e palpabile presente all’interno dell’addome, così da migliorare l’efficacia della successiva chemioterapia con significativo miglioramento della prognosi e delle possibilità di curare il tumore.
“La citoriduzione (in inglese debulking), cioè l'asportazione quanto più estesa possibile della neoplasia, è un passaggio cruciale, poiché è strettamente legata a un aumento delle probabilità di sopravvivenza della paziente. Per questo e per la complessità delle procedure chirurgiche, è fondamentale affidarsi a centri e chirurghi specializzati, in grado di padroneggiare appieno tutte le varie tecniche a disposizione”, chiarisce il professore.
Chirurgia dei tumori dell’utero
I tumori dell’utero comprendono diverse forme neoplastiche che interessano il corpo e la cavità dell’utero e di cui si può, semplificando, riconoscere 2 tipologie:
- carcinoma all’endometrio: se è in una fase iniziale, può richiedere l’asportazione di utero, tube e ovaie, nonché il prelievo dei linfonodi sentinella. Questi ultimi, sono i primi linfonodi che drenano la linfa dall'utero e dal cui esame è possibile verificare se il tumore si è diffuso ai linfonodi. Nei casi in cui questi linfonodi non riescano a essere individuati, può essere effettuata la rimozione completa dei linfonodi pelvici. L’approccio della procedura è prevalentemente laparoscopico;
- sarcoma uterino: la procedura standard prevede anche in questo caso l’asportazione di utero, tube e ovaie e l’accurata esplorazione della cavità addominale al fine di asportare eventuali altre sedi della malattia.
Chirurgia dei tumori della vulva
La maggior parte di questi tumori si manifesta in donne oltre i 75 anni. Il trattamento chirurgico varia in base all'estensione della malattia e può includere:
- escissione locale: rimozione della sola area di tessuto colpita dal tumore;
- vulvectomia settoriale: asportazione del tumore con i tessuti sani immediatamente circostanti;
- eviscerazione pelvica: indicata negli stadi avanzati.
Nelle fasi iniziali può essere sufficiente la biopsia del linfonodo sentinella nella regione inguinale per verificare l’eventuale diffusione del tumore. Negli stadi più avanzati, invece, può essere necessaria la rimozione completa dei linfonodi inguinali.
Il Servizio di Ginecologia Oncologica della Madonnina
Il Servizio di Ginecologia Oncologica della Casa di Cura La Madonnina è specializzato nella diagnosi e nel trattamento chirurgico dei tumori ginecologici, garantendo un approccio multidisciplinare per ogni paziente.
Il team di esperti, composto da chirurghi gineco-oncologi, oncologi medici e specialisti in imaging diagnostico, lavora in sinergia per offrire percorsi di cura personalizzati, basati sulle più recenti evidenze scientifiche.
Grazie all’impiego di tecniche chirurgiche avanzate, tra cui la laparoscopia e la chirurgia robotica, sono garantiti interventi mirati, riducendo i tempi di recupero e migliorando la qualità di vita delle pazienti. L’obiettivo è assicurare trattamenti efficaci e innovativi, supportando le donne in ogni fase del percorso di cura, dalla diagnosi alla riabilitazione post-operatoria.