Frattura da stress cosa sapere su cause sintomi e recupero

Frattura da stress cosa sapere su cause sintomi e recupero

PUBBLICATO IL 09 DICEMBRE 2025

Frattura da stress cosa sapere su cause sintomi e recupero

PUBBLICATO IL 09 DICEMBRE 2025

Siamo abituati ad associare una frattura a una caduta o a un trauma improvviso, ma non sempre è così. Esistono, infatti, lesioni ossee che si sviluppano in modo graduale, come la frattura da stress, molto comune in particolare tra sportivi e chi pratica attività fisica intensa o ripetitiva. Se non riconosciuta e trattata in tempo, può evolvere in una frattura completa o comportare lunghi tempi di recupero.

Il prof. Riccardo Accetta, specialista in Ortopedia e Traumatologia della Casa di Cura La Madonnina e Responsabile dell’U.O. di Traumatologia dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio, ci spiega cos’è una frattura da stress, quali sono le cause, i sintomi e i fattori di rischio.

 

Cos’è la frattura da stress

“La frattura da stress è una lesione ossea causata da microtraumi ripetuti. Quando, infatti, l’intensità o la frequenza degli stimoli a cui è sottoposto il tessuto osseo supera la capacità di rigenerazione dello stesso, si crea una zona di microlesione che, con il tempo, può diventare una vera e propria frattura”, spiega il Prof. Accetta.

Differenza tra frattura da stress e frattura completa

La differenza principale fra i 2 tipi di frattura sta nel meccanismo di insorgenza e nella gravità del danno.

  • La frattura completa deriva da un trauma acuto e improvviso, per esempio, una caduta o un urto violento, e comporta la rottura netta dell’osso. Clinicamente, la frattura completa causa dolore immediato e incapacità di caricare il peso sull’arto interessato.
  • La frattura da stress, invece, si sviluppa gradualmente. Non c’è un singolo evento traumatico, ma una serie di sollecitazioni minori che, sommate nel tempo, provocano una lesione parziale. Si manifesta con un dolore progressivo e localizzato, che inizialmente compare solo durante l’attività e tende a diminuire con il riposo, per poi diventare continuo.

 

Frattura da stress e sport: quando il sovraccarico diventa rischio

Nel contesto sportivo, il sovraccarico rappresenta una delle principali cause di infortunio

L’osso, come i muscoli e i tendini, si adatta progressivamente agli stimoli dell’allenamento; tuttavia, alcuni fattori possono impedirgli questi adeguamenti come:

  • incrementi troppo rapidi di carico di lavoro;
  • sessioni troppo ravvicinate senza un recupero adeguato;
  • cambiamenti improvvisi di superficie;
  • attrezzatura inadeguata o non utilizzate correttamente/calzature non idonee;
  • errori tecnici.

Sport più a rischio per la frattura da stress

Gli sport più frequentemente associati alle fratture da stress sono quelli che comportano movimenti ripetitivi o impatti continui su determinate articolazioni. In particolare, si possono ricordare:

  • corsa su lunga distanza (maratona, trail, atletica);
  • ginnastica artistica;
  • danza classica;
  • basket;
  • calcio;
  • tennis e volley;
  • pattinaggio;
  • salto in alto;
  • sci.

 

Anche discipline come il triathlon o il crossfit, che prevedono allenamenti intensi, se non gestiti correttamente, possono rappresentare un fattore di rischio.

Meccanismi che causano la frattura da stress negli sportivi

Ogni passo, salto o impatto eccessivo genera minuscole deformazioni sull’osso interessato. In condizioni normali, queste microlesioni vengono riparate grazie all’attività coordinata di cellule specializzate nel riassorbire e rimuovere il tessuto osseo danneggiato (osteoclasti) e di produrre nuova matrice ossea (osteoblasti), ricostruendo la parte lesionata.

Quando però l’area indebolita è sottoposta a stress continuo e non dispone del tempo necessario per rigenerarsi, questo equilibrio si altera e l’osso non riesce più a ripararsi adeguatamente, favorendo così la comparsa di fratture da stress.

Prevenzione delle fratture da stress nello sport

La prevenzione si basa su un approccio globale che coinvolge allenamento, alimentazione e recupero. Alcune regole fondamentali sono:

  • aumentare i carichi di lavoro in modo graduale (non più del 10% a settimana);
  • alternare giorni di allenamento intenso con giorni di recupero attivo;
  • curare la tecnica di esecuzione dei movimenti sportivi;
  • utilizzare calzature adeguate e sostituirle regolarmente;
  • seguire una dieta equilibrata, ricca di nutrienti che favoriscono la salute dell’osso;
  • prestare attenzione a eventuali dolori persistenti o localizzati, senza sottovalutarli.

 

Cause e fattori di rischio generali

Oltre al sovraccarico sportivo, esistono numerosi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare una frattura da stress, come:

  • età e sesso: le donne, specialmente in età giovanile o dopo la menopausa, sono più esposte;
  • squilibri ormonali (ad esempio, amenorrea nelle atlete, ovverosia l’assenza di ciclo mestruale od osteopenia, quindi una riduzione della densità minerale ossea, post-menopausale);
  • osteoporosi;
  • uso prolungato di cortisonici o altri farmaci, come gli inibitori di pompa protonica, ad esempio, che riducono la massa ossea;
  • carenze nutrizionali e vitaminiche o disturbi alimentari;
  • problematiche osteo-articolari o squilibri biomeccanici (ad esempio, appoggio del piede scorretto, piede piatto).

 

Frattura da stress: sintomi e segnali da riconoscere

Il sintomo principale della frattura da stress è il dolore localizzato, che compare durante l’attività e tende a migliorare con il riposo, sebbene con il tempo possa diventare costante.

Altri segni tipici includono:

  • gonfiore o lieve tumefazione nella zona interessata;
  • dolore alla palpazione del punto specifico;
  • sensazione di debolezza o rigidità;
  • difficoltà nel caricare il peso sull’arto.

Rispetto a una problematica a carico dell’apparato muscolare, con cui la frattura da stress può inizialmente confondersi, il dolore in caso di frattura è generalmente:

  • più puntiforme e profondo, 
  • localizzato su un osso preciso; 
  • non migliora con stretching o massaggi;
  • aumenta esercitando pressione sull’osso.

È importante, ad ogni modo, non ignorare questi segnali e continuare ad allenarsi. Se, dopo un periodo di riposo, la situazione non migliora nel giro di 10 giorni, contattare il medico per le opportune valutazioni.

Zone più colpite

Le sedi più frequentemente interessate dalla frattura da stress sono:

  • piede e metatarso;
  • tibia;
  • femore;
  • ginocchio.

La localizzazione influisce anche sui tempi di recupero, in quanto le fratture del piede e del metatarso, ad esempio, richiedono immobilizzazione più lunga rispetto a quelle tibiali.

Andiamo ora ad analizzarle brevemente una per una.

Frattura da stress al piede e metatarso

Il piede è una delle sedi più frequenti, soprattutto per chi pratica corsa o salti su superfici dure. 

Il dolore è localizzato sul dorso (metatarso) o sul margine laterale del piede e tende ad accentuarsi durante la spinta nella corsa. In alcuni casi possono comparire gonfiore o arrossamento localizzati. 

Questa condizione è spesso associata a scarpe non adeguate o a un incremento troppo rapido dei carichi di allenamento.

Frattura da stress alla tibia

Tipica di corridori e militari, si manifesta con dolore nella parte anteriore/interna bassa della gamba, sotto al ginocchio. 

La diagnosi può risultare complessa, in quanto i sintomi sono simili a quelli della periostite tibiale: un’infiammazione del periostio (la membrana che riveste l’osso) situata nella parte interna della tibia, causata da microtraumi ripetuti o da un sovraccarico meccanico, tipico di chi pratica corsa, salti o altri sport ad alto impatto.

Frattura da stress al femore

È più rara, ma potenzialmente più seria. Si manifesta con dolore inguinale o alla coscia, che può estendersi al ginocchio. Richiede una diagnosi tempestiva perché, se trascurata, può evolvere in frattura completa del collo femorale.

Frattura da stress al ginocchio

Provoca dolore nella parte anteriore o laterale del ginocchio, che peggiora durante i piegamenti o la corsa in discesa. È più frequente nei saltatori o nei giocatori di basket e volley.

 

Diagnosi della frattura da stress

La diagnosi della frattura da stress si basa su anamnesi accurata, esame clinico e test di imaging come:

  • risonanza magnetica: l’esame di riferimento, in grado di rilevare anche le microlesioni ossee precoci;
  • radiografia: nelle fasi iniziali può anche essere negativa, poiché la frattura non è ancora visibile;
  • scintigrafia ossea o TAC: utili nei casi dubbi o per valutare l’estensione del danno.

Una diagnosi precoce consente di evitare complicanze e ridurre i tempi di stop dall’attività sportiva.

 

Quando rivolgersi allo specialista

È opportuno rivolgersi a un ortopedico quando si avverte un dolore localizzato e persistente che non migliora dopo alcuni giorni, soprattutto se legato a un’attività fisica ripetitiva o intensa. 

L’autodiagnosi o l’uso prolungato di antinfiammatori senza controllo medico possono mascherare i sintomi e peggiorare la lesione.

 

Come si cura la frattura da stress

Il trattamento della frattura da stress prevede generalmente:

  • riposo; 
  • sospensione temporanea dell’attività sportiva;
  • riabilitazione

“Nei casi più gravi può essere necessario l’uso di tutori o, più raramente, soprattutto se la frattura diviene nel frattempo completa, un intervento chirurgico” conclude il professore.

Il recupero varia a seconda della sede e della gravità della lesione, ma il ritorno allo sport deve sempre avvenire progressivamente, seguendo un programma di riabilitazione controllato e il parere del medico.