ADHD e DSA nei bambini: i segnali da riconoscere

ADHD e DSA nei bambini: i segnali da riconoscere

PUBBLICATO IL 15 OTTOBRE 2025

ADHD e DSA nei bambini: i segnali da riconoscere

PUBBLICATO IL 15 OTTOBRE 2025

Negli ultimi anni l’incidenza della diagnosi del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) nei bambini è cresciuta. 

Secondo il DSM-5, infatti, l’ADHD interessa circa il 5% dei bambini, mentre i dati del Ministero dell’Istruzione1 indicano, nell’anno scolastico 2022/2023, oltre 350.000 studenti certificati con DSA, pari al 6,0%, in aumento rispetto al 5,7% dell’anno precedente2. 

Riconoscere precocemente i segnali dei disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento è fondamentale per ottenere una diagnosi tempestiva e attivare con i professionisti dedicati interventi mirati, capaci di sostenere al meglio il percorso scolastico e relazionale dei bambini.

La dott.ssa Roberta Levi, specialista in Pediatria presso la Casa di Cura La Madonnina, ci aiuta a capire come individuare e affrontare correttamente queste condizioni.

 

Cosa sono l’ADHD e i disturbi dell’apprendimento (DSA)

“ADHD e DSA sono disturbi del neurosviluppo, legati a un differente funzionamento neurobiologico del cervello”, spiega la Dottoressa.

  • Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) si caratterizza per difficoltà persistenti a mantenere la concentrazione, che possono essere accompagnate da iperattività e impulsività.
  • I disturbi dell’apprendimento (DSA) sono difficoltà nell’acquisizione e utilizzo della lettura, della scrittura e del calcolo. Le più comuni riguardano i seguenti ambiti:
    • dislessia: problematiche nella lettura in termini di velocità, correttezza e comprensione del testo;
    • disortografia: difficoltà nella scrittura corretta dal punto di vista ortografico;
    • disgrafia: difficoltà nella scrittura a livello motorio, con tratti poco leggibili;
    • discalculia: difficoltà nella comprensione, gestione e automatizzazione delle competenze numeriche e di calcolo.

 

Segnali e sintomi a cui prestare attenzione

Le manifestazioni cliniche proprie dell’ADHD e dei DSA sono diverse, riflettendo la natura complessa e multifattoriale di queste condizioni. Ecco i segnali da non sottovalutare.

ADHD - Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

I bambini con ADHD possono mostrare:

  • difficoltà a completare compiti che richiedono attenzione prolungata;
  • tendenza a distrarsi facilmente, anche per stimoli minimi;
  • errori per disattenzione, trascurando particolari importanti;
  • non prestare attenzione quando qualcuno parla loro;
  • difficoltà a seguire istruzioni per completare un compito;
  • fatica a pianificare e gestire attività organizzandosi;
  • perdita frequente di oggetti;
  • difficoltà nel ricordare informazioni recenti;
  • difficoltà a rimanere seduti o immobili, mostrando agitazione costante;
  • tendenza a parlare in modo impulsivo, a interrompere, non rispettando turni nelle conversazioni e/o nei giochi, a rispondere prima che venga completata la domanda.

DSA - Disturbi specifici dell’apprendimento:

Analizziamo ora, invece, quelle che possono essere le manifestazioni più comuni per ognuna delle principali aree dei DSA:

Dislessia (difficoltà nella lettura):

  • le parole vengono pronunciate erroneamente perché si scambiano, invertono, saltano o aggiungono lettere, ad esempio, “efelante” per “elefante” ;
  • si distinguono con difficoltà lettere simili come, ad esempio, “m” e “n”, “d” e “t”, nonché sillabe e fonemi;
  • la lettura risulta frammentaria perché si hanno difficoltà a comprendere cosa si legge.

Disortografia (difficoltà ortografiche):

  • errori fonografici determinati da aggiunte, inversioni, scambi di lettere simili e/o omissioni a causa della difficoltà di collegare il suono al suo simbolo grafico. Esempio: “quore” per “cuore”;
  • errori di ortografia per un uso scorretto della grammatica (errori su doppie, “h”, accenti, apostrofi etc.). Ad esempio, “o” invece che “ho”.

Disgrafia (difficoltà motoria nella scrittura grafica):

  • scrittura poco leggibile o disordinata, con lettere deformi;
  • spazi scorretti e incoerenti fra lettere e/o parole;
  • difficoltà a mantenere il rigo, finendo per scrivere sopra o sotto;
  • lentezza eccessiva nella scrittura e tendenza a evitare quest’attività;
  • difficoltà a coordinare i movimenti della mano e a impugnare la penna.

Discalculia (difficoltà con i calcoli):

  • difficoltà nel riconoscere e scrivere correttamente i numeri, con frequenti inversioni o confusione tra cifre simili (es. 6 e 9);
  • problemi nel comprendere il valore dei numeri e la relazione tra di essi (maggiore/minore, prima/dopo, quantità, ordine);
  • incertezza, lentezza e/o inesattezza nell’eseguire operazioni di base (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione);
  • fatica nel memorizzare o ricordare le tabelline o sequenze numeriche;
  • mancata comprensione delle unità e delle decine;
  • scarsa abilità nel risolvere problemi matematici anche semplici, con problematicità a tradurre un discorso verbale in un procedimento operativo.

È frequente anche la co-presenza di più di uno di questi disturbi.

“Ovviamente alcune problematiche negli ambiti sopra citati sono perfettamente normali in bambini in fase di sviluppo. Si parla di disturbo quando queste sono particolarmente evidenti e hanno un’insorgenza di almeno 6 mesi all’interno di più contesti, come quello scolastico e famigliare”, chiarisce la dottoressa.

 

Le cause dell’ADHD e DSA: ci si nasce?

L’origine di questi disturbi è considerata multifattoriale. Esiste spesso una predisposizione genetica o una familiarità, ma lo sviluppo di ADHD o DSA è il risultato di un’interazione complessa tra fattori genetici e ambientali.

Non si tratta, quindi, semplicemente di qualcosa con cui si nasce o che si acquisisce successivamente, ma piuttosto di un processo in cui diverse variabili concorrono a influenzarne l’insorgenza e l’evoluzione.

 

A che età si manifestano ADHD e DSA

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) tende a manifestarsi prima dei 7 anni.

I Disturbi dell’apprendimento (DSA), invece, si manifestano tipicamente quando il bambino inizia la scuola primaria e incontra le prime difficoltà nella lettura, scrittura o calcolo. Alcune caratteristiche possono essere individuare spesso anche alla fine della scuola dell’infanzia, in cui si iniziano ad approcciare queste attività.

 

Diagnosi ADHD e DSA: a chi rivolgersi

Una diagnosi precoce di ADHD o DSA è fondamentale perché permette di attivare percorsi tempestivi e mirati, volti a prevenire insuccesso scolastico, ansia e bassa autostima. Inoltre, nei bambini più piccoli, la maggiore plasticità cognitiva favorisce l’acquisizione e l’interiorizzazione degli strumenti compensativi e delle strategie, rendendoli più efficaci e duraturi nel tempo.

La diagnosi è multidisciplinare e coinvolge diverse figure professionali:

  • pediatra: il primo punto di riferimento per i genitori. Osserva i segnali di difficoltà e, se necessario, indirizza il bambino e i genitori agli specialisti (neuropsichiatra, psicologo, logopedista) per valutazioni approfondite;
  • neuropsichiatra infantile: è il medico specialista che coordina l'intero percorso diagnostico. Formula la diagnosi clinica ufficiale di ADHD o DSA, prescrive terapie, certificazioni e trattamenti farmacologici (nel caso di ADHD);
  • psicologo dell'età evolutiva: valuta aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali del bambino. Somministra test standardizzati e collabora alla diagnosi di ADHD e DSA. Può offrire supporto psicologico e psicoeducativo;
  • logopedista: specialista del linguaggio e delle abilità comunicative e scolastiche. Valuta le competenze di linguaggio, lettura, scrittura e calcolo. Interviene nel trattamento riabilitativo per DSA e collabora nel monitoraggio dei progressi.

 

Si guarisce da ADHD e DSA?

“No, dai DSA e ADHD non si ‘guarisce’, perché non sono malattie, ma caratteristiche neurobiologiche stabili. Significa che il cervello funziona in modo diverso, non ‘sbagliato’, e questa differenza permane per tutta la vita”, spiega la dottoressa.

Quello che si può fare sono interventi mirati per compensare le difficoltà e sviluppare strategie efficaci.

 

Come si gestiscono ADHD e DSA: trattamenti e interventi consigliati

Per il Disturbo dell’attenzione (ADHD) e di disturbi dell’apprendimento (DSA) è raccomandato un approccio integrato e personalizzato in base all’età del bambino e alla gravità delle difficoltà. Questo prevede:

  • Parent Training: percorsi rivolti ai genitori con l’obiettivo di aiutarli a comprendere meglio i comportamenti dei propri figli, fornendo strumenti pratici per gestirli in modo efficace e promuovere relazioni familiari e sociali più serene e costruttive;
  • formazione degli insegnanti: che consente di favorire una reale inclusione scolastica del bambino, adottando modalità educative e didattiche più adeguate alle sue personali caratteristiche;
  • Piano Didattico Personalizzato (PDP): documento scolastico che definisce strategie, strumenti e misure adatte al percorso di apprendimento dello studente con disturbi del neurosviluppo;
  • strumenti compensativi: risorse operative, come mappe concettuali, sintesi vocali o tabelle, che supportano lo studente nello studio e nell’organizzazione, permettendogli di esprimere al meglio le sue potenzialità;
  • interventi riabilitativi specifici: percorsi mirati (es. logopedia, potenziamento cognitivo) volti a sviluppare le abilità carenti e rafforzare ambiti specifici come, ad esempio, lettura, scrittura o calcolo;
  • supporto psicologico: come accompagnamento emotivo e cognitivo per promuovere la consapevolezza di sé, la riflessione sui propri pensieri e comportamenti nonché aiutare a gestire autostima, motivazione e vissuti emotivi.

Farmaci per l'ADHD

L’utilizzo di una terapia farmacologica per il trattamento dell’ADHD nei bambini richiede una valutazione approfondita, che deve essere eseguita esclusivamente in centri specializzati, autorizzati e accreditati. Questi centri si occupano di definire piani terapeutici personalizzati e di monitorare regolarmente i pazienti che seguono un approccio multimodale, ovverosia che combina terapia farmacologica e interventi psico-comportamentali.

In Italia, i farmaci approvati per l’ADHD sono principalmente 2:

  • Atomoxetina: che agisce aumentando i livelli di noradrenalina nel cervello, migliorando la concentrazione e riducendo l’impulsività
  • Metilfenidato: uno stimolante del sistema nervoso centrale che agisce aumentando la disponibilità di dopamina e noradrenalina nel cervello, migliorando l’attenzione e il controllo degli impulsi.

 

 

Fonti

  1. https://www.mim.gov.it/pubblicazioni/-/asset_publisher/6Ya1FS4E4QJw/content/i-principali-dati-relativi-agli-alunni-con-dsa
  2. I dati riguardano alunni del III, IV e V elementare e delle scuole medie e superiori.