Le cause e i rimedi contro l’alitosi

PUBBLICATO IL 15 GIUGNO 2022

*(Pagina aggiornata il 16 giugno 2022)

L’alitosi, detta comunemente anche alito cattivo, è la fuoriuscita dalla bocca di un odore sgradevole. Con il graduale abbandono delle mascherine in sempre più contesti torna a riemergere anche questa problematica che l’opinione comune vuole legata a disturbi digestivi. Ma è veramente così? Cosa la causa e come si può intervenire al riguardo? Ce lo spiega il Dott. Felice Cosentino, specialista in Gastroenterologia, Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura La Madonnina.

 

I sintomi e tipi di alitosi

Spiega lo specialista: “Quando si parla dei sintomi legati a questo disturbo il discorso è presto fatto: l’odore cattivo durante la respirazione è la manifestazione clinica chiave dell’alitosi, che può essere:

  • costante, ovverosia sempre presente a causa anche di eventuali e varie problematiche/patologie;
  • transitoria, nella maggior parte dei casi, che scompare dopo l’igiene orale, ma ciò può rendere più difficile l’individuazione delle sue cause”.

 

Le cause dell’alito cattivo

Nella maggioranza dei casi, ciò che va a determinare il cattivo odore dell’alito sono alcuni batteri del cavo orale che vanno a modificare delle sostanze presenti in bocca, nelle mucose e nella saliva, producendo gas a base di zolfo. 
La saliva, inoltre, ha un ruolo fondamentale nel mantenere l’igiene della bocca, impedendo la proliferazione di questi batteri e l’accumulo di cibo, determinando, quindi, alitosi nei casi in cui la sua presenza sia limitata, come ad esempio:

  • al mattino, appena alzati;
  • dopo aver parlato a lungo;
  • in ambienti poco umidi, soprattutto a causa dei riscaldamenti invernali;
  • a causa dell’assunzione di alcuni farmaci;
  • dopo aver bevuto alcolici o caffè;
  • dopo aver fumato.

I cibi che possono provocare alitosi

Oltre a questo, va considerata come causa dell’alitosi anche l’assunzione di alimenti che, nel loro assorbimento, possono legarsi ai batteri e trasformarsi in composti sulfurei, fra cui:

  • aglio;
  • cipolla;
  • formaggi;
  • carne rossa;
  • alcune spezie, come il curry.

Le cause orali

Contrariamente a quanto si pensi alla base dell’alitosi ci sono di rado problematiche gastriche e questo perché, anatomicamente parlando, l’esofago, il canale che collega bocca e stomaco, è chiuso da 2 anelli muscolari, lo sfintere esofageo inferiore e lo sfintere esofageo superiore, che non permettono un passaggio dell’aria così importante da produrre alitosi”, spiega il gastroenterologo.

In circa il 90% dei casi, infatti, l’alitosi si sviluppa in bocca, a causa di una scarsa igiene o problematiche del cavo orale, mentre solo nel restante 10% a determinarla sono malattie e problematiche extra-orali.

Fra queste cause orali vanno ricordate, ad esempio:

  • gengiviti e parodontiti (o piorrea), infiammazione delle gengive di origine batterica;
  • stomatiti, infiammazione della mucosa orale che si manifesta spesso con ulcere ed afte;
  • carie;
  • mancata o incorretta pulizia delle protesi dentarie che possono divenire ricettacolo di germi e batteri;
  • infezioni batteriche e micotiche.

Le patologie otorinolaringoiatriche che provocano alitosi

Altre cause orali, poi, sono alcune patologie otorinolaringoiatriche, quali: 

  • disturbi della ventilazione;
  • sinusiti;
  • tonsilliti;
  • scolo retronasale, o postnasal drip, ossia lo scolo del muco nella zona retronasale e sulla lingua.

Le patologie che possono provocare alito cattivo

Esistono, inoltre, una serie di patolgie extraorali che possono provocare l’alitosi. Vediamole di seguito. 

Le Malattie broncopolmonari

Fra le rare cause extra-orali vanno inserite, invece, alcune patologie broncopolmonari, come:

  • bronchiti e bronchiectasie, ovverosia dilatazioni anomale e permanenti dei bronchi;
  • ascessi polmonari;
  • patologie tumorali.

Le patologie gastroenterologiche

Rare anche le cause gastroenterologiche che possono determinare alitosi. In questo caso generalmente il disturbo non è costante ed è associato a sintomi ben più importanti. Fra le patologie in questione vanno ricordate:

  • diverticoli esofagei (diverticolo di Zenker, da trazione del terzo medio ed epifrenico del terzo inferiore), ossia estroflessioni della mucosa dell’esofago a forma di sacca che possono causare anche: 
  • ostruzioni;
  • ascessi;
  • infezioni; 
  • emorragie;
  • associarsi ancora più raramente a neoplasie. 
  • acalasia, per cui lo sfintere esofageo inferiore, al confine tra esofago e stomaco, che normalmente si rilassa nella deglutizione per far passare il cibo allo stomaco, non si distende completamente, determinando numerose problematiche tra cui, ad esempio:
  • disfagia (difficoltà o incapacità a deglutire);
  • rigurgito;
  • un ristagno di cibo nell’esofageo che può determinare l’alitosi;
  • ernia iatale, ovverosia una fuoriuscita dello stomaco nell’area del torace tramite il diaframma, complicata da reflusso gastroesofageo, per cui la risalita di cibo o materiale acido nell’esofago può determinare:
  • pirosi (bruciore retrosternale);
  • rigurgito; 
  • alitosi.

Le malattie sistemiche

Anche alcune malattie sistemiche, infine, possono essere responsabili dell’alito ‘cattivo’, fra cui:

  • diabete mellito, in quanto l’organismo del diabetico non riesce ad utilizzare lo zucchero glucosio per produrre energia, quindi brucia acidi grassi formando dei composti, definiti corpi chetonici, che determinano un odore di acetone nell’alito; 
  • insufficienza renale cronica, per cui in situazioni gravi di insufficienza renale si può verificare quello che viene definito ‘alito uremico’ o ‘fetor uremicus’, ovverosia alito con odore simile a quello delle urine;
  • insufficienza epatica cronica, per cui, in questo caso e/o in caso di gravi malattie epatiche (epatopatie), l’alito può assumere un odore dolciastro o di feci, venendo definito anche foetor hepaticus.

Quali sono i farmaci che causano alitosi

Moltissimi farmaci vanno a determinare secchezza salivare potendo causare, quindi, anche alitosi.

Per citarne alcuni:  

  • ACE-inibitori, generalmente usati come antipertensivi;
  • antitumorali (o antineoplastici);
  • antiretrovirali, usati principalmente contro il virus HIV;
  • simpaticomimetici, in grado di imitare il sistema nervoso simpatico;
  • analgesici oppioidi;
  • anoressizzanti, farmaci che, cioè, riducono lo stimolo all’appetito;
  • stimolanti del sistema nervoso centrale;
  • ansiolitici e sedativi;
  • antiaritmici;
  • antidepressivi;
  • antidiarroici;
  • antimaniacali, cioè alcuni psicofarmaci utilizzati per il controllo degli episodi maniacali;
  • antimuscarinici, antagonisti dei recettori muscarinici che vanno a ridurre le contrazioni della vescica e l’urgenza ad urinare;
  • antinfiammatori;
  • antiparkinsoniani.

 

L’alitosi nei bambini

A causa di una spesso incompleta o scarsa igiene di denti e bocca, che può determinare anche carie, o di altre problematiche inerenti sempre l’area orale, i bambini manifestano spesso alitosi. 

Oltretutto, per un meccanismo simile a quello che si verifica nei diabetici che, tuttavia, in assenza di particolari problematiche, nei bambini non affetti da diabete si risolve generalmente in breve tempo, si determina quello che viene comunemente chiamato ‘acetone’: l’organismo, cioè, dopo aver bruciato tutti gli zuccheri, comincia a bruciare anche i grassi, creando dei composti definiti corpi chetonici che determinano, appunto, un odore di acetone nell’alito

 

A chi rivolgersi in caso di alitosi 

Ovviamente la cura per l’alitosi, ricorda il Dott. Cosentino, dipende da quelle che ne sono le cause per cui il percorso diagnostico prevede una valutazione da parte degli specialisti del settore: 

  • gastroenterologo;
  • otorinolaringoiatra;
  • pneumologo;
  • odontoiatra-stomatologo

È giusto ricordare, tuttavia, che in alcuni rari casi, nonostante l’aver effettuato visite ed esami diagnostici, la causa dell’alitosi può restare sconosciuta, sebbene si tratti di situazioni che, ad ogni modo, possono anche risultare transitorie. 

 

La diagnosi d’alitosi

Per una conferma dell’alitosi potrebbe risultare utile strofinare alcune volte la lingua su una garza sterile o sul dorso della mano, lavata in precedenza, e annusare dopo un paio di minuti per valutare se emerga o meno cattivo odore.

Anche la sede di fuoriuscita dell’aria maleodorante può essere utile per individuare sia l’alitosi che le sue cause. Se il cattivo odore proviene da:

  • bocca è molto probabile che questa abbia origine in tale sede;
  • naso, in genere è indicativo di problemi alle vie respiratorie superiori (polipi, sinusite etc);
  • naso e bocca, in questi rari casi potrebbe trattarsi di un problema a livello sistemico;

Fra gli accertamenti non da dimenticare vi è anche il tampone linguale e faringeo (con antibiogramma) alla ricerca di eventuali infezioni batteriche e micotiche. Esistono, infine, delle apparecchiature in grado di misurare i composti volatili dello zolfo, ma sono poco utilizzate.

I pazienti che hanno una scarsa o incorretta igiene orale generalmente sono restii ad ammetterlo per cui sarà compito anche del medico farli sentire a proprio agio e illustrare loro come effettuare la corretta pulizia del cavo orale.

 

Rimedi per l’alitosi

Ad ogni modo, alcuni semplici accorgimenti, che in linea generale possono aiutare ad avere un alito più fresco, possono essere:

  • praticare una corretta igiene orale, da effettuare:
  • spazzolando denti e dorso della lingua dopo ogni pasto;
  • utilizzando filo/scovolino interdentale;
  • ricorrendo a un collutorio antisettico privo di alcol;
  • limitare il consumo di cibi grassi o di difficoltosa digestione, come aglio, cipolla, spezie, formaggi etc.;
  • ridurre il consumo di bevande alcoliche che vanno a disidratare il cavo orale favorendo lo sviluppo e proliferazione dei batteri responsabili dell’alitosi;
  • limitare il fumo;
  • stimolare la produzione di saliva:
  • bevendo la giusta quantità d’acqua e idratandosi durante la giornata;
  • evitando troppe ore a stomaco vuoto fra un pasto e l’altro; 
  • consumando caramelle e gomme (sugar free); 
  • masticare erbe aromatiche, quali salvia, basilico, etc., di per sé molto profumate.
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