Esami del sangue a digiuno: quali sono e cosa sapere

PUBBLICATO IL 12 FEBBRAIO 2024

Gli esami del sangue sono uno strumento essenziale per valutare lo stato di salute della persona, confrontando i parametri del soggetto analizzati con dei valori standard di riferimento. Per una corretta esecuzione, ad ogni modo, alcuni di questi esami richiedono di essere effettuati dopo un digiuno di alcune ore. Il Dott. Giorgio Serino, specialista in medicina interna della Casa di Cura La Madonnina, Policlinico San Donato e Smart Clinic, ci spiega meglio quali sono e perché è necessario vengano effettuati a stomaco vuoto.

 

Cosa si intende propriamente per digiuno

“Il digiuno consiste non solo nell’evitare la totale assunzione di cibo per un determinato numero di ore antecedenti le analisi del sangue, ma anche l’astensione da bevande, specialmente se zuccherate o eccitanti. È importante specificarlo perché sorseggiare, ad esempio, un tè o mangiare anche solo un biscotto sono comportamenti da evitare in queste ore” spiega il dottore.

Si può bere l’acqua? 

L’acqua (priva di limone o sostanze aromatizzanti) è l’eccezione alla regola: questa può essere assunta durante il digiuno, in un quantitativo moderato (1 o 2 bicchieri) in quanto un consumo di diversi litri in prossimità del prelievo potrebbe andare a ‘diluire’ il sangue ed abbassare/alterare alcuni valori.

 

Perché è necessario il digiuno

Relativamente ad alcune tipologie di esami, il digiuno si dimostra fondamentale per una loro corretta interpretazione. I diversi nutrienti presenti nel cibo e nelle bevande (zuccheri, grassi, proteine etc.) sono, infatti, coinvolti in determinati processi dell’organismo e possono rimanere all’interno del circolo ematico per svariate ore dalla loro assunzione, falsando così anche gli esiti dei test. 

Se, ad esempio, si consuma un biscotto prima di effettuare l’esame della glicemia si riscontreranno valori di glucosio nel sangue più elevati, potendo far pensare anche a una diagnosi errata di diabete. 

 

Quali sono gli esami che richiedono il digiuno e a cosa servono

“In maniera molto generale si può dire che principalmente gli esami del sangue per cui è indicato il digiuno sono quelli che vanno ad analizzare il funzionamento del metabolismo della persona”, spiega il dott. Serino. Vediamo di seguito i principali.

Acidi biliari

Il test degli acidi biliari (presenti, appunto, nella bile del fegato e aventi il compito di aiutare la digestione e l’assorbimento di grassi e vitamine) consente di valutare la funzionalità epatica.

Amilasi

L’amilasi è un enzima coinvolto nella digestione dei carboidrati che, se presente in concentrazioni elevate o, viceversa, troppo basse nel sangue, può suggerire problematiche a carico del pancreas.

Azotemia

Il test dell’azotemia va a valutare la presenza o meno nel circolo ematico dell’azoto non proteico (urea): un prodotto di scarto che si deposita principalmente nel fegato, indicando un possibile non corretto funzionamento a livello dei reni.

Calcitonina

Si tratta di un ormone sintetizzato dalla tiroide, che va a regolare i livelli di calcio e fosforo nel sangue. L’esame misura la concentrazione ematica della calcitonina che, in valori differenti da quelli normali, potrebbe suggerire problemi tiroidei.

Creatinina

La creatinina è una sostanza di scarto dei muscoli, che viene espulsa tramite le urine. La sua concentrazione consente di valutare, dunque, la funzionalità renale.

Diammino Ossidasi (DAO)

Questo enzima va a degradare a livello del duodeno l’istamina presente negli alimenti; pertanto il test è utilizzato per diagnosticare l’intolleranza all’istamina.

Dosaggi del ferro e acido folico/vitamina B12 

I dosaggi del ferro (sideremia, ferritina, transferrina) e dell’acido folico/vitamina B12 vanno a indagare i livelli di ferro nel sangue e i meccanismi ad esso legati per individuare l’eventuale presenza di anemie o altre patologie.

Elettroliti 

Un’analisi degli elettroliti (sodio, potassio, calcio, cloruro, magnesio, fosfato etc.) misura il quantitativo nel circolo ematico di alcuni minerali che permettono di svolgere diverse funzioni come l’assorbimento dei nutrienti e l’eliminazione dei prodotti di scarto.

Emocromocitometrico (ecomocromo)

Un test importante che evidenzia le cellule del nostro sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), caratterizzandole nel numero e nelle dimensioni. In particolare, evidenzia situazioni patologiche quali anemia, infezioni e difetti della coagulazione ematica.

Funzionalità Gastrica 

La valutazione del dosaggio di questi specifici enzimi (pepsisogeno I e II), ormoni (gastrina) e batteri (helicobacter pylori) consente di valutare lo stato di salute morfologico-funzionale di stomaco e mucosa gastrica.

Glicemia e insulina

La misurazione dei livelli nel sangue dello zucchero glucosio e dell’insulina, l’ormone che ne regola il funzionamento, consente di diagnosticare o monitorare patologie come il diabete.

Peptide C

Il dosaggio di quest’ormone prodotto dalle cellule ß del pancreas, come l’insulina, serve principalmente a indicare la capacità secretiva residua delle cellule ß e se la terapia insulinica aggiuntiva è adeguata o meno.

Lipasi

La lipasi è un enzima prodotto dal pancreas, responsabile della scissione e digestione dei grassi. Un’alterazione dei suoi valori normali può essere indicativa di patologie a carico del pancreas.

Omocisteina

L’omocisteina è un aminoacido essenziale che viene trasformato dalle vitamine B. Se presente in quantità eccessive può determinare danni neurologici, articolari e cardiovascolari.

Ormone della Crescita (GH)

Come dice il nome stesso, l’ormone della crescita, prodotto dall’ipofisi, svolge un ruolo importante nei processi di crescita e metabolismo. Un suo deficit può indicare carenze in questo senso.

Profilo lipidico

L’analisi del profilo lipidico si effettua esaminando i valori nel sangue del colesterolo LDL, detto comunemente “colesterolo cattivo”, che può andare ad ostruire i vasi sanguigni; del colesterolo HDL, definito “colesterolo buono”, il quale allontana il colesterolo dannoso dalle arterie; dei trigliceridi VLDL e del colesterolo totale, che rappresenta il rapporto fra tutti gli indicatori precedenti. Alcune ricerche sul profilo lipidico, ad ogni modo, indicano che il digiuno pre-esame potrebbe non essere necessario.

Transaminasi (AST/ALT o GOT/GPT)

Le transaminasi sono un gruppo di enzimi presenti principalmente nel fegato e, in maniera ridotta, nei muscoli. Vengono coinvolte nella sintesi del glucosio e nella produzione di energia. Un loro dosaggio anormale nel sangue può suggerire una problematica agli organi in cui sono presenti e principalmente a fegato e cuore.

Uricemia

Questo test di laboratorio consente di valutare i quantitativi nel sangue di acido urico, un prodotto di scarto, valutando così una corretta funzionalità o meno dei reni, patologie come gotta o trattamenti quali chemioterapia e radioterapia.

Vitamine (A, C, E)

Le vitamine svolgono processi fondamentali all’interno dell’organismo per il mantenimento di uno stato di salute ottimale. Una loro carenza o eccesso può alterare questo stato di equilibrio e salute ottimale.

 

Quante ore di digiuno

“Il numero di ore di digiuno dipende dalla tipologia dell’esame che si deve effettuare e da quanto questo debba essere lontano dai pasti: solitamente il range va dalle 6 alle 14 ore, ma sarà il medico ad indicarlo più precisamente quando illustrerà le modalità di preparazione al test” conclude il Dottor Serino.

 

Cosa mangiare la sera prima del prelievo

Poiché le analisi del sangue dovrebbero rispecchiare anche lo stile di vita della persona che le effettua, i pasti antecedenti il digiuno e il prelievo dovrebbero rispettare le proprie consuete abitudini e apporto calorico; evitando, quindi, eccessi inconsueti sia in termini di sovraccarico che di deficit di calorie. Avrebbe poco senso, infatti, effettuare alcuni giorni di dieta per poter migliorare l’esito dei prelievi per poi tornare a seguire delle abitudini potenzialmente malsane. 

In ogni caso, evitate il giorno precedente cibi particolarmente ricchi di grassi, perché piccole particelle di trigliceridi (chilomicroni) potrebbero essere presenti, poi, nel sangue e rendere il prelievo non attendibile per alcuni dosaggi.

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