Pitiriasi rosea di Gibert: cos’è e come si cura

PUBBLICATO IL 08 GENNAIO 2025

La pitiriasi rosea di Gibert è una malattia della pelle piuttosto comune, che si presenta più frequentemente durante l’autunno e la primavera. Si tratta di una patologia benigna le cui manifestazioni, a ogni modo, possono suscitare preoccupazione in chi le presenta o essere confuse con quelle di altre condizioni dermatologiche che richiedono un approccio medico e terapeutico differente.

La dott.ssa Elena Guanziroli, specialista in dermatologia della Casa di Cura La Madonnina, ci spiega meglio in cosa consiste la pitiriasi rosea, come si manifesta e come si cura.

 

Cos’è la pitiriasi rosea

“La pitiriasi rosea di Gibert, chiamata inizialmente roseola anulata - spiega la dottoressa Guanziroli -, è una patologia benigna della pelle caratterizzata da chiazze:

  • di forma ovale;
  • di colorito rosa salmone (in persone con pelle scura la colorazione può tendere al grigio o marrone);
  • con bordi finemente desquamanti;
  • con limiti definiti e zona centrale con aspetto a ‘carta di sigaretta’, cioè con aspetto secco e raggrinzito”.

Deve il suo nome al dermatologo francese Camille Melchior Gibert che per primo la descrisse nel 1860.

 

Chi colpisce

Questa malattia benigna della pelle può colpire entrambi i sessi e tutte le età, ma risulta particolarmente diffusa fra:

  • bambini e adulti in età tra i 10 e 35 anni;
  • donne in gravidanza, probabilmente a causa di alcune alterazioni nella risposta immunitaria.

 

Come si manifesta

La pitiriasi di Gibert si manifesta inizialmente con una prima chiazza (chiazza madre) solitaria, in genere del diametro di 1-3 cm, ma che può giungere fino a 10 cm, presente solitamente su tronco, collo e radice degli arti.

Dopo alcuni giorni/settimane, si sviluppa un’eruzione cutanea con chiazze simmetriche più piccole (macchie figlie) di 0,5-1,5 cm circa, che si presentano su:

  • petto;
  • addome;
  • schiena
  • collo;
  • arti. 

Il viso di solito ne è escluso; raramente è coinvolto il cuoio capelluto. La macchia è in genere l’unico sintomo della patologia che, a ogni modo, in rari casi può determinare un prurito più o meno intenso.

Può capitare, tuttavia, che qualche settimana prima dell’eruzione, si riscontri una sintomatologia simil-influenzale generica con:

 

I sintomi delle forme atipiche

In circa il 20% dei casi, la pitiriasi si presenta, però, con manifestazioni atipiche come:

  • pomfi rossi e gonfi;
  • vescicole;
  • croste;
  • assenza della chiazza madre;
  • chiazze giganti prevalentemente a cuio capelluto, area genitale, mucosa della bocca (con erosioni e fuoriuscita di sangue);
  • intenso e persistente prurito che può durare alcuni mesi.

 

Perché viene la pitiriasi rosa

Le cause della pitiriasi rosea sono ancora ignote, ma a provocarla potrebbe essere un’infezione virale di alcuni virus dell’herpes, con probabile coinvolgimento del virus che determina la sesta malattia (herpes 6) e dell’herpes virus 7.

 

Quanto dura

La durata della malattia è di 1-2 mesi, ma può arrivare anche a 3. Persino a distanza di anni, possono verificarsi delle recidive, ma sono rare e hanno, a ogni modo, carattere lieve.

 

È contagiosa?

Le chiazze di pitiriasi rosea non sono contagiose. Casi di diffusione all’interno del nucleo familiare sono molto pochi, per cui i soggetti che ne sono affetti possono continuare con la propria quotidianità, senza necessità di effettuare isolamento. 

Particolare attenzione va riservata a neonati e donne in gravidanza, evitando un potenziale contagio attraverso le vie respiratorie.

 

Come si diagnostica

La diagnosi è principalmente clinica, basata sull’osservazione della chiazza madre e sulle caratteristiche e disposizione delle chiazze figlie. 

In alcuni casi, può essere necessaria una diagnosi differenziale con altre condizioni che determinano manifestazioni dall’aspetto simile come:

  • tigna (Tinea corporis): causata da alcuni tipi di funghi e contagiosa;
  • psoriasi: una malattia infiammatoria cronica della pelle, che si manifesta con aree più spesse e squame che in alcuni casi possono dare prurito;
  • eczema nummulare: una forma di dermatite simile per l’aspetto circolare delle lesioni, ma spesso più pruriginosa;
  • sifilide secondaria: malattia sessualmente trasmessa in cui talvolta vi è il coinvolgimento della regione di palmi e piante.

Nei casi dubbi, un esame al microscopio, una biopsia o esami sierologici possono indirizzare alla corretta diagnosi.

 

Come si cura

“La pitiriasi rosea è una malattia definita ‘autolimitante’, cioè che guarisce spontaneamente da sola senza lasciare tracce e cicatrici, quindi in condizioni normali non richiede trattamenti farmacologici”, chiarisce la dottoressa. 

In caso di prurito può essere indicato l’utilizzo di:

  • creme emollienti;
  • antistaminici;
  • corticosteroidi (se il prurito è particolarmente persistente o le lesioni risultano infiammate).

 

Pitiriasi rosa e i rischi per la gravidanza

In alcune condizioni particolari, come, ad esempio, le prime 15 settimane di gravidanza, la pitiriasi potrebbe generare complicanze e aumentare il rischio di aborto

Per questo in caso di sospetto diagnostico o per una diagnosi differenziale con patologie che hanno manifestazioni simili, è sempre opportuno consultare il medico.

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