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Prostatectomia e sessualità: la chirurgia robotica può fare la differenza

PUBBLICATO IL 13 GIUGNO 2025

La prostatectomia è un intervento chirurgico molto comune tra gli uomini, in particolare dopo i 50 anni, spesso eseguito per trattare il tumore alla prostata, ma non solo. 

Una delle paure più diffuse legate a questo intervento è la possibilità di perdere la funzione sessuale e in particolare l’erezione. 

Oggi la chirurgia robotica e le nuove tecniche di conservazione dei nervi responsabili dell’erezione possono essere applicate per preservare la sessualità dell'uomo, quando le condizioni cliniche e/o oncologiche lo consentono. Ce ne parla meglio il prof. Francesco Greco, specialista in Urologia della Casa di Cura La Madonnina.

 

Cos’è e come si effettua la prostatectomia robotica

“La prostatectomia – spiega il professor Greco - è un intervento chirurgico che prevede l’asportazione totale o parziale della prostata, la piccola ghiandola maschile situata sotto la vescica e coinvolta nella produzione del liquido seminale”.

La prostatectomia robotica viene eseguita con 2 modalità, differenti per indicazione clinica:

  • prostatectomia semplice (o adenomectomia): consiste nella rimozione della porzione (adenoma) che, nell’ipertrofia prostatica benigna (cioè l’aumento di volume della prostata), ostruisce l’uretra e il flusso urinario. Viene di solito consigliata per prostate molto voluminose;
  • prostatectomia radicale: eseguita per curare un tumore. Questa tecnica comporta l’asportazione completa della prostata, delle vescicole seminali (ghiandole che contribuiscono, anch’esse, alla produzione del liquido seminale) e, talvolta, anche dei linfonodi pelvici dell’area. Dopo l’asportazione, si procede a ricostruire la continuità tra vescica ed uretra così da ristabilire il normale flusso urinario.

 

L’impatto della prostatectomia sulla sessualità

Il rischio principale per la sessualità legato alla prostatectomia radicale è la disfunzione erettile, che può insorgere a causa della lesione dei nervi erigendi, responsabili dell’erezione.

L’impatto dell’intervento sul paziente varia in base a diversi fattori fondamentali quali:

  • tecnica chirurgica utilizzata: tecniche più avanzate, come la robotica, danno generalmente risultati migliori;
  • età del paziente: i pazienti più giovani generalmente hanno una migliore capacità di recupero, mentre l’età avanzata può influire negativamente sulla rigenerazione dei nervi e sulla funzione sessuale in generale;
  • la patologia riscontrata e la sua estensione: tumori più estesi o aggressivi possono richiedere interventi più radicali, aumentando il rischio di questi effetti collaterali.
  • funzione sessuale pre-operatoria: problematiche erettili e cardiopatie severe preesistenti all’intervento rendono il recupero più complesso.

 

L’approccio della chirurgia robotica alla prostatectomia 

La chirurgia robotica ha trasformato l’approccio alla prostatectomia, offrendo numerosi vantaggi come:

  • interventi più precisi con minore danno ai tessuti circostanti;
  • ridotta invasività e dolore postoperatorio;
  • minor sanguinamento;
  • recupero post-operatorio più rapido e degenza ospedaliera più breve (in media 3-4 giorni).

Come la chirurgia robotica migliora la tecnica nerve-sparing

Grazie a una visione tridimensionale ingrandita e a una precisione superiore rispetto alle tecniche tradizionali, la chirurgia robotica migliora l’applicazione della tecnica nerve-sparing che mira a preservare le strutture nervose responsabili dell’erezione e che ‘abbracciano’ la ghiandola prostatica lungo tutta la sua superficie, al fine di consentire il recupero della funzione erettile post- intervento.

La nerve-sparing può essere:

  • unilaterale, se l’estensione della patologia consente di conservare 1 solo dei 2 fasci nervosi coinvolti nell’erezione. In questi casi, le probabilità di recupero sono inferiori rispetto alla tecnica bilaterale, ma comunque presenti;
  • bilaterale, se si preservano entrambi i fasci nervosi;
  • personalizzata e su misura (tailored surgery): la chirurgia robotica permette al chirurgo di modulare numero e quantità di fasci nervosi preservati, ponendo attenzione in tal modo alla qualità di vita del paziente, senza però compromettere l’efficacia oncologica.

 

Disfunzione erettile e protesi peniene

Laddove sussista già una condizione preoperatoria di disfunzione erettile e il paziente voglia recuperare l’erezione, contemporaneamente alla prostatectomia robotica, è possibile effettuare l’impianto di protesi peniena tricomponente, procedura mini-invasiva di breve durata chirurgica, che permette al paziente di risolvere il problema oncologico e di recuperare il piacere di una vita sessuale soddisfacente.

 

Preservare l’eiaculazione dopo la prostatectomia

Dopo una prostatectomia parziale l’eiaculazione anterograda (normale) può ancora verificarsi, ma è frequente l’insorgenza di eiaculazione retrograda in cui, anziché uscire dall’uretra, lo sperma torna verso la vescica. Questo può incidere sulla quantità del liquido seminale emesso, pur mantenendo inalterato generalmente l’orgasmo e la sensazione di piacere.

Dopo una prostatectomia radicale, invece, l’eiaculazione anterograda non è solitamente più possibile, poiché vengono rimosse completamente la prostata e le vescicole seminali, che producono lo sperma. L’orgasmo, ad ogni modo, può ancora essere provato in maniera soddisfacente anche senza eiaculazione.

È importante sottolineare che, in entrambi i casi, la fertilità viene alterata o del tutto compromessa. Per chi desidera avere figli, è consigliabile valutare, prima dell’intervento, percorsi di crioconservazione dei gameti maschili.

“Una prostatectomia non deve essere percepita come la fine della vita sessuale - conclude il professore -. La chirurgia robotica e le tecniche di conservazione dei nervi responsabili dell’erezione (nerve-sparing) sono strumenti concreti per cercare di preservare, ove possibile, l’erezione e mantenere una vita intima soddisfacente. Una valutazione accurata, l’affidarsi a strutture specializzate e un percorso di riabilitazione post-operatoria sono, poi, elementi fondamentali per un recupero completo”.

Cura e Prevenzione