
Cos'è la spondilolistesi e come si cura
PUBBLICATO IL 28 APRILE 2025
Dolore alla schiena, rigidità e difficoltà nei movimenti possono essere segnali di problematiche alla colonna vertebrale che spesso non vengono diagnosticate e trattate correttamente. Fra questa la spondilolistesi, una problematica che colpisce circa il 3-7% della popolazione.
ll dott. Alberto Debernardi, specialista in neurochirurgia della Casa di Cura La Madonnina, ci illustra meglio le caratteristiche di questa patologia.
Cos'è la spondilolistesi
“Il termine spondilolistesi è composto da 2 parole:
- ‘spondilo’ che significa colonna vertebrale
- ‘listesi’, ossia scivolamento.
Si tratta, infatti, di una patologia che comporta un lento e progressivo scivolamento di una vertebra in avanti rispetto a quella sottostante, andando a compromettere le caratteristiche e proprietà funzionali della colonna vertebrale”, spiega il dottore.
La listesi può verificarsi in ogni regione della colonna, ma nel 95% circa dei casi riguarda l’area lombare, normalmente sottoposta al maggior stress funzionale, e in particolar modo la cerniera lombo-sacrale (la regione anatomica compresa tra la quarta e quinta vertebra lombare e tra la quinta e l’osso sacro).
La spondilolistesi può essere misurata con una scala di 4 gradi in relazione all’entità dello scivolamento: il grado 1 corrisponde a circa 25%, il grado 4 al 100%.
Sintomi della spondilolistesi
La spondilolistesi può rimanere per anni, anche per tutta la vita, una patologia asintomatica o che si manifesta con pochi dolori, che spesso non determinano, a ogni modo, l’esecuzione di alcun esame diagnostico specifico (RX, RM, TC).
I principali sintomi, nonché i primi a manifestarsi in ordine di tempo, sono:
- dolore alla schiena;
- rigidità muscolare e senso di tensione.
Nei casi più gravi, si può verificare una sintomatologia da irritazione delle radici nervose che fuoriescono dalla colonna vertebrale, la quale determina:
- dolore che si irradia lungo una o entrambe le gambe (sciatalgia o cruralgia);
- intorpidimento, debolezza o sensazione di formicolio o di spilli agli arti;
- perdita della sensibilità in alcune aree delle gambe o braccia, sia tattile sia termico-dolorifica;
- fascicolazioni muscolari, ovverosia contrazioni muscolari involontarie, visibili sotto la pelle come piccoli movimenti o tremori.
Le manifestazioni cliniche sono solitamente aggravate dalla stazione eretta, dal cammino prolungato o altre attività fisiche, mentre il riposo porta a un temporaneo sollievo.
Cause della spondilolistesi
Le cause della spondilolistesi sono diverse e possono essere legate a:
- fattori congeniti: alcune condizioni congenite possono predisporre a uno scivolamento vertebrale, come, ad esempio, la “lisi istmica”, in cui a scivolare è l’istmo vertebrale (o pars interarticularis), una porzione ossea di giunzione tra gli elementi posteriori delle vertebre;
- avanzare dell’età: l’invecchiamento porta a una naturale usura delle articolazioni dei dischi e tra le vertebre, che determina una perdita della stabilità e predispone allo scivolamento vertebrale;
- traumi a livello della colonna vertebrale;
- attività fisica intensa e ripetuta, in quanto può comportare micro-traumi a livello del rachide. Questo specialmente per attività come la corsa o l’utilizzo frequente e prolungato della bicicletta;
- infezioni vertebrali, che possono minare la stabilità osteo-discale.
Rischi della spondilolistesi
La spondilolistesi è una malattia che può essere considerata “benigna”, con sintomi che nella maggior parte dei casi, quando presenti, sono lievi/moderati.
Se, ad ogni modo, lo scivolamento vertebrale è marcato, si può venire a determinare una stenosi, ossia un restringimento del canale spinale, in cui risiedono tutti gli elementi neurologici che, compressi, potrebbero determinare una sintomatologia dolorosa da infiammazione fino, nelle condizioni più gravi, a una sintomatologia “neurologica” caratterizzata da:
- lesioni nervose con deficit di forza;
- difficoltà alla deambulazione (claudicatio);
- riduzione/perdita della sensibilità tattile e termico-dolorifica.
Trattamenti e cure
“La spondilolistesi va sempre considerata una patologia cronica e come tale deve essere gestita”, chiarisce il dottore.
Viene trattata generalmente tramite il ricorso a terapie conservative quali:
- fisiokinesiterapia posturale: una serie di semplici esercizi mirati a rilassare e decontratturare la muscolatura paravertebrale e addominale consente di ridurre la sintomatologia dolorosa, ma soprattutto di prevenire blocchi dolorosi. Il suo utilizzo è sconsigliato, ad ogni modo, nei periodi di dolore acuto in cui è preferibile il riposo funzionale. Durante questa fase, per contenere la sintomatologia, può essere utile indossare un bustino lombare semirigido.
- integratori alimentari: si tratta di presidi naturali e non farmacologici le cui molecole aiutano a stabilizzare il quadro clinico vertebrale. Particolarmente utili a questo scopo sono gli integratori a base di mirra, incenso, il cosiddetto pycnogenol e funghi medicinali.
Se la spondilolistesi determina anche una sintomatologia clinica dolorosa più o meno importante, altri trattamenti a disposizione sono:
- terapia farmacologica: analgesici e antinfiammatori (FANS e cortisonici) sono utili in fase acuta per calmare il dolore e ridurre l’infiammazione. Il trattamento, però, non deve essere prolungato, in quanto può comportare alcuni effetti collaterali;
- infiltrazioni, con piccoli aghi a livello della colonna vertebrale o nella profondità muscolare, sono eseguite nelle immediate vicinanze delle strutture neurologiche. Possono essere somministrati in questo modo farmaci (cortisone e anestetici) o ossigeno-ozono. La miscela di ossigeno e ozono, somministrata tramite ozonoterapia, è del tutto naturale, pertanto non dà particolari controindicazioni ed è pertanto da preferirsi almeno in una prima fase.
L’intervento chirurgico
Nei casi più gravi di spondilolistesi, che determinano perdita di forza e/o sensibilità agli arti, la terapia più indicata è quella chirurgica, che consiste nell’artrodesi vertebrale, ovverosia l’immobilizzazione o stabilizzazione (consolidamento) di 2 vertebre che hanno movimenti eccessivi tra di loro e dalla successiva decompressione (o liberazione) dei nervi.
Tale intervento chirurgico può essere eseguito attraverso numerose tecniche e approcci chirurgici differenti con l’unico scopo di ottenere la fusione spinale sempre attraverso l’utilizzo di innesti ossei, placche e viti metalliche.
L’operazione avviene sotto anestesia generale e può richiedere da 2 a 6 ore, a seconda della complessità. Dopo l’intervento, è necessario un percorso di riabilitazione funzionale.
La prevenzione della spondilolistesi
Nella vita di tutti i giorni è importante evitare di sovraccaricare eccessivamente la colonna vertebrale in contesti come la palestra, ma anche più in generale.
Nel momento in cui, poi, avviene una diagnosi di spondilolistesi, sia che il paziente presenti sintomi sia che risulti asintomatico, il trattamento di prevenzione gioca un ruolo estremamente importante.
La prevenzione, come parte anche della terapia, si basa su:
- fisiokinesiterapia, che va a rinforzare la muscolatura paravertebrale lombare e addominale;
- un’alimentazione sana, coadiuvata dall’utilizzo di integratori alimentari specialmente se a base di mirra, incenso, il cosiddetto pycnogenol e funghi medicinali.