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Quando il reflusso è malattia e quando non lo è?

PUBBLICATO IL 26 GIUGNO 2025

Secondo la Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, tra il 23% e il 26% della popolazione italiana riferisce sintomi riconducibili alla Malattia da Reflusso Gastro-esofageo. Si tratta, infatti, di una condizione molto diffusa, anche se in alcuni casi il reflusso può: 

  • non andare a danneggiare l’esofago (senza esofagite, cioè l’infiammazione all’esofago);
  • non essere una vera e propria patologia (reflusso funzionale). 

Il professor Pier Alberto Testoni, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura La Madonnina, ci aiuta a capire come riconoscere e gestire la malattia da reflusso gastro-esofageo anche quando non c’è esofagite e come trattare il reflusso quando non rappresenta una malattia. 

 

Cos’è la Malattia da Reflusso Gastro-esofageo 

La Malattia da Reflusso Gastro-esofageo (MRGE) è caratterizzata dalla risalita anomala nell’esofago del contenuto dello stomaco e/o da un aumentato ristagno in esofago del materiale refluito. 

Ciò avviene quando la valvola che separa l’esofago dallo stomaco (sfintere esofageo inferiore) non si chiude correttamente a causa di:

  • un’ernia iatale: quando una parte dello stomaco risale nel torace attraverso il diaframma;
  • una beanza del cardias, cioè un’apertura anomala di questa valvola tra esofago e stomaco;
  • rallentato svuotamento dello stomaco, che va ad aumentare la pressione interna e il tempo di permanenza del contenuto all’interno dello stomaco;
  • difetti di motilità esofagea: in condizioni normali, l’esofago si autopulisce dal materiale refluito dallo stomaco, se non eccessivo e costante, ma in alcuni casi questa capacità risulta compromessa.

“Un po’ di reflusso dopo aver terminato il pasto è da considerarsi normale, ma se si presenta come frequente o addirittura quotidianamente e/o cronicamente è opportuno effettuare i dovuti accertamenti”, spiega il professore. 

 

ERD, NERD ed esofago ipersensibile: le tipologie di Malattia da Reflusso Gastro-esofageo

All’interno della Malattia da Reflusso Gastro-esofageo esiste una differenza sostanziale fra: 

  • Malattia da Reflusso Gastro-esofageo con esofagite (ERD), presente in circa 1/3 dei pazienti affetti da Malattia da Reflusso: si caratterizza per la presenza di un’infiammazione all’esofago (esofagite) con erosioni ed eventuali danni allo stesso visibili durante un esame endoscopico; 
  • Malattia da Reflusso Gastro-esofageo senza esofagite (NERD), la forma più comune di reflusso in cui non si evidenzia alcun danno alle pareti e mucosa dell’esofago; 
  • esofago ipersensibile: in presenza di reflusso acido normale, che quindi può verificarsi anche in soggetti sani dopo un pasto, l’esofago reagisce in modo eccessivo, con sintomi del reflusso (bruciore, dolore, etc.), ma senza danni all’esofago. 

 

Quando non è malattia: il reflusso funzionale 

Il reflusso funzionale, invece, è un disturbo in cui, senza che vi sia un vero e proprio reflusso, si avvertono i sintomi legati allo stesso, come ad esempio:

  • bruciore;
  • dolore retrosternale;
  • tosse persistente;
  • bolo esofageo (un senso di costrizione percepito a livello del collo).

Non essendovi, quindi, un effettivo reflusso, questa problematica si differenzia sia dalle forme patologiche (come ERD e NERD) sia da quella normale, che caratterizza l’esofago ipersensibile.

Le cause del reflusso funzionale 

La causa principale della sintomatologia nel reflusso funzionale è un’ipersensibilità viscerale, per cui l’esofago risulta eccessivamente sensibile a stimoli di norma innocui, come piccoli episodi di reflusso (acido o non acido) o il semplice passaggio del cibo. 

In alcuni casi, i sintomi possono comparire anche indipendentemente dalla presenza di alcuno stimolo.

Inoltre, in soggetti con reflusso funzionale possono presentarsi: 

  • alterazioni della motilità esofagea; 
  • fattori psicologici come ansia e stress; 
  • cambiamenti nella funzione nervosa che regolano la percezione del dolore.

 

Come avviene la diagnosi del reflusso gastroesofageo

La diagnosi della tipologia di reflusso si basa su una valutazione clinica approfondita della sintomatologia, ma soprattutto sui seguenti esami specialistici:

  • esofagogastroduodenoscopia (gastroscopia), che consente di osservare la mucosa di esofago, stomaco e duodeno, permettendo di diagnosticare l’esofagite, la presenza di un'ernia iatale o di una beanza del cardias. Questa procedura endoscopica permette, inoltre, di prelevare campioni bioptici e di escludere la presenza di un’esofagite eosinofila (causata dall’accumulo di globuli bianchi eosinofili) che non sempre si presenta con una sintomatologia caratteristica; 
  • pH-metria: permette di rilevare la presenza o meno di reflusso e di determinarne la natura, distinguendo tra forme acide e non acide. Si tratta dell’unico esame in grado di distinguere NERD, esofago ipersensibile e reflusso funzionale. Attualmente, la tecnica più affidabile e attendibile prevede l’applicazione, in corso di gastroscopia, di un sensore (la cosiddetta capsula “BRAVO”), che va a registrare fino a 4 giorni la presenza di eventuale reflusso e il suo livello di acidità, evitando l’uso di fastidiosi sondini nasali;
  • manometria esofagea, oggi ad alta risoluzione (HRM): valuta la motilità dell'esofago e il funzionamento degli sfinteri. 

 

Come si cura il reflusso gastroesofageo senza esofagite

Il trattamento dell’esofago ipersensibile e del reflusso funzionale differisce da quello della Malattia da Reflusso Gastro-esofageo vera e propria. Poiché, infatti, questi non vengono causati da reflusso anomalo e/o alterazioni strutturali, i classici farmaci anti-reflusso risultano molto spesso inefficaci. 

In presenza di esofago ipersensibile e reflusso funzionale la gestione della sintomatologia si basa su

  • farmaci che modulano la percezione del dolore e la sensibilità esofagea, come i neuromodulatori a basso dosaggio (es. antidepressivi triciclici o inibitori della ricaptazione della serotonina);
  • terapia cognitivo-comportamentale, per la gestione anche di stress e ansia; 
  • alginati e anti-acidi: sostanze che determinano un effetto di barriera al reflusso in fase post-prandiale;
  • modifiche dello stile di vita e dell’alimentazione, che possono contribuire a ridurre i sintomi, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente. È preferibile evitare cibi irritanti come spezie, agrumi, cioccolato, alcol e alimenti ricchi di grassi, che rallentano la digestione e aumentano la pressione sull’esofago, preferendo invece pasti leggeri e frequenti. Anche un peso corporeo adeguato e praticare regolarmente attività fisica favoriscono la riduzione dei disturbi e il benessere generale. 

Nel caso di esofago ipersensibile possono, inoltre, essere indicati anche:

  • inibitori di pompa protonica a basso dosaggio;
  • fundoplicatio endoscopia o chirurgica: intervento ambulatoriale o chirurgico che va a creare un nuovo cardias anche se in questo caso i risultati sono più incerti rispetto a quelli per Malattia da Reflusso Gastro-esofageo.

 

Il Centro della Malattia da Reflusso della Casa di Cura La Madonnina 

Il Centro per la Diagnosi e Terapia della Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo, all’interno del quale opera il prof. Testoni, è un punto di riferimento per la diagnosi e la cura a 360° del reflusso gastroesofageo, incluso il reflusso funzionale. 

Qui vengono effettuate tutte le principali e più avanzate tecniche diagnostiche (esofagostroduodenoscopia, pH-metria con capsula, manometria esofagea etc.) e i pazienti ricevono un trattamento personalizzato che va oltre i farmaci tradizionali (spesso inefficaci sul reflusso funzionale), integrando anche terapie per la gestione dello stress e consigli su stile di vita e alimentazione. 

Per i pazienti con malattia da reflusso patologico sono disponibili anche soluzioni endoscopiche e chirurgiche. L’approccio multidisciplinare garantisce una gestione integrata dei sintomi, migliorando la qualità della vita della persona.

Cura e Prevenzione