Prevenzione urologica: i sintomi cui prestare attenzione
PUBBLICATO IL 28 NOVEMBRE 2022
*(news aggiornata 2 novembre 2023)
I dati della Società Italiana di Urologia (SUI) lo dimostrano: solo il 10% degli uomini si sottopone a visite urologiche di prevenzione e ben 9 maschi su 10 effettuano una visita solo in caso di patologie gravi, con disturbi in fase avanzata che possono richiedere terapie più ‘aggressive’ di quelle che altrimenti avrebbero ricevuto con una diagnosi precoce.
In occasione del mese dedicato alla prevenzione delle malattie urologiche maschili, supportata dal movimento internazionale ‘Movember’, il professor Luca Carmignani, specialista in Urologia della Casa di Cura La Madonnina e dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, nonché Coordinatore Scientifico e Senior Consultant dell’IRCCS Policlinico San Donato, ci illustra quali sono i sintomi a cui prestare attenzione e che richiedono un controllo medico.
I sintomi delle più comuni patologie urologiche
“Quando si parla di apparato uro-genitale, la prima cosa da fare è quella di osservarsi; osservare il proprio corpo e i cambiamenti che in questo possono verificarsi, sia a livello fisico che dei fluidi prodotti”, spiega il professore.
In particolare, ci sono manifestazioni cliniche da non sottovalutare che possono riguardare:
- minzione;
- aspetto dell’apparato genitale esterno;
- disfunzioni erettili.
Minzione e urina
Uno dei primi aspetti a cui prestare attenzione è la minzione e il flusso di urina prodotto. A tal riguardo, non vanno sottovalutati episodi o la presenza costante di:
- aumento considerevole dello stimolo e della frequenza della minzione (pollachiuria);
- riduzione del flusso di urina emesso;
- sangue nelle urine (ematuria) e/o nello sperma (emospermia);
- incontinenza;
- incontinenza associata a un intenso bisogno e stimolo a urinare (incontinenza urinaria da urgenza);
- perdita di urina riscontrata a seguito di uno sforzo fisico, ad esempio, quando si tossisce, si ride etc. (incontinenza da sforzo);
- gocciolamento subito dopo la minzione (gocciolamento post-minzione);
- flusso urinario intermittente;
- difficoltà a urinare con dolore e/o bruciore durante o al termine della minzione (stranguria);
- difficoltà a urinare senza dolore (disuria);
- sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
- pus nelle urine (piuria).
Le patologie che possono determinare questi sintomi
Anomalie relative alla minzione possono essere riconducibili a diverse patologie. In particolare, fra le principali vanno indicate:
- iperplasia prostatica benigna (BPH);
- infezioni del tratto urinario (UTI);
- calcolosi urinaria;
- neoplasie vescicali o renali (con ematuria).
Ipertrofia prostatica benigna (BPH)
L’ipertrofia prostatica benigna è un aumento abnorme del volume della prostata che può andare ad ostacolare il passaggio dell’urina dalla vescica al canale dell’uretra, che la conduce all’esterno. Si tratta di una condizione molto comune negli uomini dovuta principalmente a fattori legati all’aumento dell’età.
I sintomi dell’ipertrofia prostatica possono essere, ad esempio:
- riduzione del normale flusso e potenza del getto urinario;
- sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
- aumento considerevole dello stimolo e della frequenza della minzione;
- flusso urinario non continuo/a intermittenza;
- difficoltà a urinare con dolore e/o bruciore durante o al termine della minzione;
- difficoltà a urinare senza dolore;
- incontinenza;
- gocciolamento post-minzione, in quanto l’ostruzione impedisce lo svuotamento della vescica che, troppo piena, trabocca, determinando la fuoriuscita di gocce di urina (incontinenza da rigurgito o traboccamento);
- sangue nelle urine e/o sperma.
Infezioni del tratto urinario (UTI)
Le infezioni sono generate da patogeni, con cui l’uomo può venire a contatto in maniera diretta o indiretta, tramite svariate modalità quali alterazioni dell’alvo (alterazioni della funzione intestinale, quindi della defecazione, come stipsi e diarrea, ndr), rapporti sessuali, disidratazione etc.
Questi determinano infezioni a 1 o più componenti dell’apparato urinario del tratto alto (reni e ureteri) o del tratto basso (vescica, uretra, prostata). Fra le infezioni più comuni vi sono quelle da escherichia coli.
I sintomi più comuni legati all’infezione urinaria sono quelli di:
- bruciore e/o dolore con difficoltà ad urinare, durante o al termine della minzione;
- bisogno di urinare con frequenza e urgenza;
- aumento considerevole dello stimolo e della frequenza della minzione;
- difficoltà a urinare;
- riduzione del flusso di urina emesso;
- sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
- incontinenza da urgenza;
- urine torbide e/o di colore scuro o maleodorante;
- pus nelle urine;
- sangue nelle urine e/o sperma.
Calcolosi urinaria
I calcoli delle vie urinarie sono dei piccoli ‘sassi’ che si formano all’interno dell’apparato urinario a causa della cristallizzazione di alcuni minerali e sali presenti nelle urine. I calcoli possono essere asintomatici in molti casi, mentre in altri possono determinare una sintomatologia quale:
- dolore acuto e lancinante nella zona lombare che può durare da pochi minuti ad alcune ore, determinato dallo spostamento/blocco del calcolo, che può causare anche delle coliche;
- dolore e/o bruciore con difficoltà a urinare;
- aumento considerevole dello stimolo e della frequenza della minzione;
- sangue nelle urine (ematuria) legato a lesioni che il calcolo può creare al suo passaggio.
Se il calcolo va a ostruire completamente il passaggio delle urine può determinarsi un loro ristagno con conseguenti infezioni accompagnate da febbre alta.
Neoplasie
Tumori alle varie componenti dell’apparato uro-genitale possono alterare quello che è il normale iter di formazione ed espulsione dell’urina dal corpo. Ad esempio, il tumore alla prostata, che è il più diffuso nella popolazione maschile (19% di tutti i tumori nell’uomo, con 36.000 nuove diagnosi stimate per l’anno 2020), può restare silente nelle sue fasi iniziali, ma durante la sua evoluzione può dar origine a sintomi urinari. Lo stesso può avvenire per il tumore alla vescica, all’uretra etc.
Aspetto di pene e testicoli
Altri sintomi a cui prestare attenzione sono quelli a carico dell’aspetto di pene e testicoli. In particolare, è sempre opportuno consultare un medico se si riscontrano:
- aumento di consistenza dei testicoli;
- alterazioni cutanee a testicoli e pene quali vesciche e papule;
- presenza di noduli (in questo caso consultare subito il medico).
Patologie possibili cause di variazioni a pene e testicoli
Fra le patologie più comuni che possono determinare cambiamenti legati alla conformazione e aspetto di pene e/o testicoli vanno ricordate:
- tumori del testicolo;
- infezioni genito-urinarie;
- malattie a carico della cute come dermatiti e psoriasi;
- varicocele, una patologia molto comune che consiste nell’aumento delle dimensioni delle vene dello scroto (la sacca di pelle contenente i testicoli);
- idrocele, accumulo di liquido trasparente nello scroto.
Disfunzione erettile
Un ultimo aspetto da non sottovalutare, infine, è quello legato alla disfunzione erettile e, nello specifico, al raggiungere/mantenere l’erezione.
Cause della disfunzione erettile
Le cause della disfunzione erettile e delle problematiche ad essa connesse come l’emospermia possono essere diverse a partire da problematiche:
- psicologiche, con fattori come ansia e stress;
- legate allo stile di vita/abitudini sbagliate come, ad esempio, l’eccessivo uso di alcol e fumo;
- farmacologiche, provocate dall’assunzione di alcune categorie di farmaci, fra cui antidepressivi, antipertensivi etc.;
- endocrine, date, ad esempio, da una mancata/ridotta produzione di testosterone (ipogonadismo), dall’aumento dei livelli dell’ormone prolattina nel sangue (iperprolattinemia) o anche da iper e ipotiroidismo etc.;
- cardio-vascolari, a seguito di malattie, come ipertensione e diabete, che vanno a incidere sull’apparato circolatorio, quindi sull’afflusso del sangue al pene;
- neurologiche, determinate da patologie che vanno a impattare sul sistema nervoso, fra cui sclerosi multipla, atrofia muscolare, morbo di parkinson, ernie del disco etc;
- renali, problematiche ai reni quali insufficienza renale cronica.
A che età effettuare la prima visita urologica?
“La visita urologica – spiega il professor Carmignani - sarebbe indicata nelle varie fasi evolutive della vita dell’uomo: quindi infanzia, adolescenza e, in particolare:
- dai 45 anni, se la familiarità ad alcune patologie è positiva;
- dai 50, se la familiarità è negativa;
- sempre, in presenza di sintomi”.
La cadenza delle visite, poi, la stabilisce l’urologo in base al quadro clinico della persona.
Non va dimenticato, infatti, che una diagnosi precoce, non solo di patologie maligne come quelle tumorali, ma anche benigne quali, ad esempio, calcolosi e ipertrofia prostatica benigna, permette di trattarle in maniera più efficace e con tassi di guarigione più alti.