Reflusso e cambio di stagione: cosa fare?
PUBBLICATO IL 01 LUGLIO 2024
In Italia, circa un quarto della popolazione manifesta sintomi riconducibili alla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), come spiega la Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE). Un disturbo molto comune, quindi, che tende a peggiorare in alcune circostanze come i cambi di stagione. Ma perché ciò accade e come possiamo alleviare i sintomi durante questi periodi di transizione?
Il prof. Pier Alberto Testoni, specialista in Gastroenterologia, Chirurgia dell’apparato digerente ed Endoscopia digestiva della Casa di Cura La Madonnina, ci spiega meglio la relazione tra reflusso e cambi stagionali e i migliori rimedi per affrontarli.
Qual è il legame tra reflusso e cambio di stagione
“Il reflusso gastroesofageo, ovverosia la condizione in cui il contenuto dello stomaco risale nell'esofago, può diventare più evidente nel passaggio dall’inverno alla primavera o dall’estate all’autunno.
Ciò accade in quanto alcune variazioni ambientali (come, per esempio, le ore di luce e le temperature) e dello stile di vita (alimentazione, pratica dell’attività sportiva ecc.) possono influenzare la funzionalità dell’apparato gastroenterologico, determinando un aumento di sintomi tipici quali, ad esempio, bruciore gastroesofageo e cattiva digestione”, spiega il prof. Testoni.
In particolare, se il cambio di stagione avviene in modo repentino, si vanno a stimolare alcune connessioni nervose e ormonali che determinano un aumento della secrezione di acido cloridrico nello stomaco.
Perché il reflusso peggiora con il cambio di stagione
Il peggioramento del reflusso durante il cambio di stagione può essere attribuito a diversi fattori quali:
- variazioni del ritmo circadiano: un aumento o una diminuzione delle ore di luce può influire sul nostro orologio biologico, causando alterazioni al ritmo circadiano con conseguenza sulla regolazione della digestione, sulla motilità digestiva e sulla produzione di acido cloridrico nello stomaco;
- modifiche all’alimentazione: con l’arrivo della stagione calda o, viceversa, fredda, è comune cambiare dieta, preferendo altre tipologie di cibi che possono determinare una maggiore acidità o che risultano più difficili da digerire;
- stress: lo stress e il passaggio da un contesto di vacanza a uno lavorativo possono notoriamente peggiorare il reflusso gastroesofageo, aumentando la produzione di acido nello stomaco e influendo sulla motilità esofagea;
- sedentarietà: quando le temperature sono alte o basse, in molti tendono a ridurre l'attività fisica che, se praticata con equilibrio, aiuta, invece, a mantenere un peso corporeo sano, ridurre la pressione addominale e il rischio di reflusso. Inoltre, può migliorare la digestione e la motilità intestinale, diminuendo il tempo di esposizione dell'esofago all'acido gastrico.
Rimedi e cosa fare
Gestire in maniera efficace il reflusso gastroesofageo, soprattutto durante i cambi di stagione, richiede un approccio olistico che include:
- modifiche alla propria dieta e allo stile di vita;
- uso di farmaci, se necessario;
- procedure endoscopiche ambulatoriali o chirurgiche, nei casi più importanti e di lunga durata.
Vediamo di seguito alcuni consigli del medico utili per alleviare i sintomi dati dalla malattia.
Alimentazione
Per quanto riguarda l’alimentazione è importante:
- evitare alcuni cibi e bevande che possono irritare e aumentare i sintomi del reflusso:
- alimenti speziati, piccanti, acidi, fritti e grassi;
- alcol, bibite energetiche e gassate, caffè e tè;
- mangiare poco e spesso ed evitare, invece, i pasti abbondanti, specialmente alla sera, che possono esercitare pressione sullo sfintere esofageo inferiore, facilitando il reflusso;
- masticare adeguatamente e lentamente;
- non distendersi subito dopo aver mangiato e, se questo non è sufficiente a controllare i sintomi, dormire con il busto sollevato: è consigliabile sdraiarsi non prima di 2-3 ore dopo il pasto per ridurre la probabilità che l’acido refluisca nell'esofago e per lo stesso motivo è consigliata una posizione sollevata se è presente rigurgito notturno.
Farmaci
Per la gestione del reflusso il medico può prescrivere alcuni farmaci (antiacidi, alginati, inibitori di pompa protonica, antagonisti dei recettori H2, procinetici ecc..) che agiscono principalmente per:
- ridurre la quantità di acido presente nello stomaco;
- impedire che l’acido risalga verso l’esofago, e quindi proteggerne la mucosa;
- migliorare lo svuotamento gastrico.
Si tratta di terapie farmacologiche che, a seconda del quadro clinico, possono rendersi necessarie per dei cicli stagionali o per un lungo periodo di tempo.
Quando consultare il medico
È importante consultare un medico se si presenta uno o più sintomi dei seguenti, con una frequenza superiore alle 2 volte a settimana:
- bruciore gastroesofageo;
- acidità di stomaco;
- tosse dopo i pasti o durante il riposo notturno;
- rigurgiti;
- difficoltà a digerire;
- nausea.
È possibile, infatti, che si sia affetti da MRGE (Malattia da Reflusso Gastroesofageo) per la quale il medico deve impostare un’adeguata terapia.
“Il gastroenterologo prescriverà tutti gli accertamenti diagnostici del caso per inquadrare il caso clinico e poter elaborare un programma terapeutico mirato, con farmaci e dosaggi adeguati per risultati efficaci e nel tempo”.