Cause dell'acidità di stomaco e come risolvere

PUBBLICATO IL 07 GIUGNO 2023

L’acidità di stomaco, definita più tecnicamente ‘pirosi’, è una sensazione di bruciore riscontrata solitamente alla bocca dello stomaco o nella parte anteriore dello sterno, che in alcuni casi può estendersi anche fino alla base del collo. Si tratta di una condizione molto frequente, che quasi tutti hanno provato almeno una volta nella vita e che spesso, purtroppo, è anche una condizione patologica. 

Il Prof. Pier Alberto Testoni, specialista in Gastroenterologia, Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura La Madonnina, ci spiega meglio cosa provoca l’acidità di stomaco e quali sono gli accorgimenti e terapie al riguardo.

Cause dell’acidità di stomaco

Le principali cause dell’acidità di stomaco possono essere individuate in:

  • Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo (MRGE): è la causa più frequente. Si tratta di una condizione in cui, per un malfunzionamento alla valvola (sfintere) inferiore dell’esofago, ovverosia il canale che collega stomaco e bocca, il contenuto acido gastrico risale proprio nell'esofago, che non riesce ad autopulirsi in maniera efficace. Il reflusso è una patologia che può causare una fastidiosa sintomatologia senza, però, andare a ledere l’esofago (NERD) o determinare, invece, un’infiammazione che eventualmente può anche danneggiarlo (ERD);
  • gastrite e/o ulcera a stomaco o duodeno: è una causa molto meno frequente rispetto alla MRGE. La gastrite è un’infiammazione della mucosa dello stomaco dovuta a una minor resistenza di questa ai succhi digestivi (acido cloridrico) o un’infezione da Helicobacter Pylori. L’ulcera, invece, è l’erosione di un tessuto: in questo caso dell’indebolita mucosa dello stomaco (ulcera gastrica) o del duodeno, cioè la prima parte dell’intestino (ulcera duodenale).
  • farmaci: alcune categorie di farmaci come gli antinfiammatori non steroidei (FANS) possono andare a ledere la mucosa gastrica, determinando acidità di stomaco. Altri, invece, come gli antipertensivi calcio-antagonisti, possono indebolire lo sfintere esofageo inferiore, determinando reflusso;
  • gravidanza: in gravidanza l’acidità di stomaco è una condizione molto frequente che può essere determinata da: aumento dei livelli dell’ormone progesterone, che va a rilassare la muscolatura gastrointestinale e rallentare i processi digestivi; dimensioni crescenti del bambino che comprime l’apparato gastrointestinale della mamma;
  • somatizzazione: in assenza di patologie cliniche, la percezione di bruciore e acidità di stomaco, specialmente se localizzati in sede retrosternale, può essere ricondotta a una somatizzazione, anche inconscia, dello stress.

 

Sintomi 

“Il principale sintomo dell’acidità di stomaco è il bruciore, che si associa spesso anche a:

  • eruttazione;
  • gonfiore;
  • senso di pienezza dopo il pasto.

Inoltre, se la pirosi è frequente e severa, può manifestarsi anche un vero e proprio dolore toracico retrosternale”, spiega il prof. Testoni. 

 

Quando si presenta l’acidità di stomaco

A seconda della causa scatenante, il bruciore di stomaco può presentarsi, sebbene non vi sia una regola precisa al riguardo, in alcuni momenti della giornata piuttosto che altri:

  • MRGE: dopo i pasti, in particolar modo se abbondanti o con il consumo di alcool, e di notte, quando si è sdraiati, quindi la risalita del materiale acido verso l’esofago è facilitata. 
  • gastrite acuta: in maniera persistente e anche indipendente dai pasti;
  • ulcera dello stomaco: subito dopo il pasto
  • infiammazione o ulcera del duodeno: lontano dai pasti, a digiuno

 

Rimedi e terapia per l’acidità di stomaco 

La terapia per il bruciore di stomaco dipende da quelle che ne sono le cause scatenanti e può essere di tipo:

  • dietetico e comportamentale;
  • farmacologico;
  • chirurgico (in casi selezionati).

Dieta e stile di vita

Per quanto concerne il cibo, al fine di ridurre il bruciore di stomaco si possono seguire alcuni semplici accorgimenti:

  • consumare pasti non troppo abbondanti;
  • preferire alimenti poco speziati e poveri di grassi di origine animale;
  • limitare o evitare il consumo di vino, alcolici e bevande acide (succhi di frutta, caffè, cola etc.) 

A questo si possono, inoltre, aggiungere alcune sane abitudini:

  • ridurre/eliminare il fumo: la nicotina induce una stimolazione della secrezione acida gastrica e una riduzione del tono basale dello sfintere esofageo inferiore;
  • praticare una moderata attività fisica: lo sport aiuta a scaricare lo stress, favorire lo svuotamento gastrico e mantenere il giusto peso corporeo; 
  • evitare indumenti troppo stretti nella zona addominale che comprimano lo stomaco favorendo la risalita del materiale acido;
  • distendersi non prima di 2 ore dopo il pasto e sollevare la testiera del letto di 10-15 cm o disporre alcuni cuscini sotto la parte alta del corpo, al fine di andare a contrastare la forza di gravità che favorisce il passaggio nell’esofago dei succhi gastrici.

Terapia farmacologica

“La terapia farmacologica per ridurre/eliminare l’acidità di stomaco viene stabilita in base alle eventuali patologie alla base di questa come, ad esempio, la MRGE”, spiega il professore. I farmaci vanno ad agire:

  • inibendo/riducendo la secrezione acida gastrica;
  • creando una barriera al reflusso, per proteggere la mucosa dello stomaco e impedire al materiale acido di risalire verso l’esofago;
  • migliorando lo svuotamento gastrico.

Le principali categorie di medicinali che rispondono in maniera varia a questi compiti sono:

  • antiacidi: vanno a neutralizzare l’acidità di stomaco creando una barriera protettiva (es. idrossido di magnesio, idrossido di alluminio);
  • alginati: a contatto con i succhi gastrici formano una sorta di gel che impedisce al materiale acido di risalire, creando una barriera fisica (es. alginato di sodio);
  • antagonisti dei ricettori H2 dell’istamina: vanno a ridurre la produzione di succhi acidi attivata dall’istamina (es. ranitidina, famotidina);
  • inibitori di pompa protonica PPI: agiscono sull’enzima H⁺/K⁺ ATPasi detto ‘pompa protonica’ presente nello stomaco, inibendo la produzione dei succhi gastrici (es. omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo);
  • procinetici: stimolano in maniera selettiva la muscolatura e motilità dell’apparato gastrointestinale (es. levosulpiride, domperidone);
  • psicofarmaci: per ridurre stress e somatizzazione, andando ad aumentare in alcuni casi i livelli di serotonina. (es. paroxetina, fluoextina).

Terapia chirurgica

“La chirurgia per combattere l’acidità di stomaco è utilizzata, ad esempio, nel trattamento di forme di MRGE patologiche e gravi, con danni all’esofago. In questo caso e, solo in pazienti accuratamente selezionati, si agisce andando a creare un ‘rinforzo’ fisico in grado di contrastare la risalita del materiale acido” – spiega il professore. Questo tipo di chirurgia può essere effettuata per via:

  • laparoscopica: introducendo all’interno della cavità addominale, tramite piccole incisioni, il laparoscopio che è uno strumento che consente di osservare e agire sull’area;
  • endoscopica: facendo passare dalle naturali cavità del corpo (in questo caso la bocca) un endoscopio, formato da sottili fibre ottiche, che permette di osservare ed agire sull’area senza effettuare incisioni o con incisioni minime.

Le procedure più comunemente effettuate per via laparoscopica sono: 

  • fundoplicatio: il fondo dello stomaco viene piegato per creare una nuova valvola gastrica attorno a quella danneggiata, con piegatura a 180° (tecnica secondo Dor), 270° gradi (tecnica secondo Toupet) o 360° (tecnica secondo Nissen o secondo Rossetti);
  • anello metallico: viene posizionato attorno alla valvola danneggiata uno speciale dispositivo ad anello e con perle metalliche, che sfrutta i campi di forza magnetica e si apre e chiude al passaggio di cibo e liquidi.

Per via endoscopica, invece, vengono effettuate:

  • fundoplicatio transorale tramite dispositivo Esophyx, che senza alcun taglio va a piegare e cucire con punti di polietilene il fondo gastrico attorno allo sfintere esofageo malfunzionante riprendendo i principi della tecnica Nissen, ma con una piegatura a 270°;
  • mucosectomia anti-reflusso, effettuata solo in pochi casi finora, che determina, mediante l’asportazione della mucosa a livello della giunzione tra esofago e stomaco, una cicatrice che restringe tale segmento, creando una barriera al reflusso.

 

Rimedi naturali contro l’acidità di stomaco

Per concludere, alcuni rimedi naturali che possono aiutare a ridurre la sintomatologia data dall’acidità di stomaco e che, ovviamente, in caso di patologia alla base di questa non hanno di per sé un valore curativo, sono:

  • tisane lenitive: di erbe ed estratti con proprietà calmanti quali, ad esempio, camomilla, malva, zenzero. Consumate tiepide e non bollenti, possono aiutare la digestione e ridurre il bruciore di stomaco;
  • succo d’aloe: anche questo noto per le importanti proprietà antinfiammatorie e lenitive;
  • bicarbonato di sodio, utilizzato per un sollievo solo occasione (altrimenti può essere controindicato), aiuta a ristabilire un ph neutro dello stomaco;
  • cracker salati: aiutano ad assorbire e contrastare l’acidità di stomaco grazie anche al sale in essi contenuto.
Cura e Prevenzione